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·27 de novembro de 2025

Conferenza stampa Fabregas alla vigilia di Como Sassuolo: «Vogliamo creare una squadra completa. Grosso? Mi piace, fa vedere cose diverse. Diao? Ecco quando torna»

Imagem do artigo:Conferenza stampa Fabregas alla vigilia di Como Sassuolo: «Vogliamo creare una squadra completa. Grosso? Mi piace, fa vedere cose diverse. Diao? Ecco quando torna»

Conferenza stampa Fabregas alla vigilia di Como Sassuolo: il tecnico dei lariani ha parlato in vista della sfida di domani valida per la 13a giornata

Alla vigilia della 13ª giornata di Serie A, che vedrà il Como affrontare il Sassuolo, l’allenatore Cesc Fabregas ha parlato in conferenza stampa, poche ore dopo Grosso, toccando temi riguardanti il gioco della sua squadra, il talento dei giovani e le difficoltà previste per il match contro i neroverdi. Fabregas ha anche espresso il suo sostegno alla Nazionale Under 17, elogiando i risultati ottenuti dai giovani calciatori italiani.

IL GIOCO E LA STABILITÀ DEL COMO«Tutti hanno diversi obiettivi. Qui proviamo a portare un progetto con stabilità, coraggio, tanta continuità e creare un’identità, una famiglia e un modello. Serve continuità per portare le idee in avanti, altrimenti senza processo e idee chiare il futuro non sarà bello. L’allenatore della Primavera, ad esempio, guardiamo quello che sta facendo e come lavora la squadra, non se abbiano vinto o perso».


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SODDISFAZIONE DEGLI ESTERNI E CRESCITA«Sono contento per loro, ma sono loro a doverci credere. Il primo gol di Addai, erano pari con il difensore, ha messo la gamba prima davanti e ha fatto gol. Prima invece sarebbe rimasto più fuori, non lo avrebbe sentito. È una questione di tempo, devi lavorarci su e che capiscono che in questa maniera si fanno più gol. E si sta sempre più vicino alla vittoria. Noi vogliamo dominare le partite, mettere tanta gente in area e con l’attenzione giusta, ma con la libertà mentale di fare male alla squadra avversaria. Non parlo di tattica o altre cose, ma devi volerlo più dell’avversario».

SASSUOLO E CAMBI DI GIOCO«Quando inizi la partita si è tutti al 100% delle energie, del piano gara e della tensione, e naturalmente è sempre più difficile fare gol. Le partite cambiano però, l’allenatore con i cambiamenti in corso anche. Sono pesante con loro, per l’incazzatura mancante di chi entra dalla panchina magari. Una volta che capiscono questo, allora sarai più vicino alla vittoria. L’idea di gioco del Sassuolo? Siamo abbastanza simili, mi piace quello che fa mister Grosso, giocano con gli esterni molto forti, poi giocano 4-3-3… mi piacciono perché si vede qualcosa di diverso rispetto a quanto si vede invece in settimana. Penso che sarà una partita molto bella».

NICO PAZ E LA POSSIBILE PARTENZA A GENNAIO«Non si deve dire niente. È un giocatore del Como, sarà con noi, poi dipende quello che decide l’altra squadra. Però non scarto che Nico possa essere qui anche l’anno prossimo. È ambizioso, può fare una strada importante nel calcio, ma perché non può farla qui al Como? Lui ha fatto crescere noi e viceversa. Si vede. Tu vedi se una persona è contenta dagli occhi e io penso che lui in questo momento si senta felice e bene qui».

RICORDI SU MATIC E POSSIBILE ARRIVO A COMO«Nemanja è giocatore, in tutto il senso della parola. Grandissimo uomo. Io ho fatto una delle mie migliori stagioni vicino a lui al Chelsea, perché è devastante. Fa tutto bene. Recupera palla e fa sempre la cosa facile o la decisione giusta. Era un regalo per me giocare con lui. Anche per come parla, e questo si sta perdendo tanto. Nel gestire la comunicazione e la parola col compagno di quello che succede intorno a te. Fisicamente è forte, conduzione di palla o cambio di gioco. Per me è un giocatore impressionante, uno dei migliori compagni avuti».

SITUAZIONE GOL E RISULTATI«È servito, si è visto. Quando il mister ti fa vedere una cosa, tu vuoi far vedere che hai capito e dimostrarlo. Ma solo adesso si vede. Portando la continuità avanti, essere questa squadra sempre. Questo dipende da me, avere questa mentalità e continuità, ma anche essere la squadra più completa possibile. Ma questo non dipende tanto dalla tattica, poi conta la fame, quello che hai dentro e quello che vuoi fare di più. Di quanto ho visto a Torino sono contento».

POSIZIONAMENTO IN CLASSIFICA E STABILITÀ«Tutto dipende dalla continuità della stagione. Se ora facciamo bene e poi faremo male, sarà una cosa diversa. Serve stabilità, crescita continua, migliorare ed essere competitivo in tutte le partite».

AFFRONTARE LA FLessione DURANTE LA STAGIONE«Tra Lecce e Milano, con l’Australia forse di mezzo, sono 16-17 partite. Qualcuno l’ha fatto mai? Abbiamo la squadra per farlo? Non lo so. Tutte le settimane troviamo un nuovo stimolo però, ma se arriveranno momenti più delicati? A tutti succede. Anche al PSG l’anno scorso in Champions, che sembravano fuori e se non avesse vinto quell’ultima partita sarebbe stato fuori. Con questa gioventù ci saranno alti, altre i bassi. Ma io devo avere l’attenzione giusta, se martellare o se essere più soft e gestirli. Per me è come andare in università tutti i giorni. Però io sono curioso, credo tantissimo in questa squadra. Non mi importa essere giovane o vecchio, vogliamo vincere. Andiamo a giocarcela, con la testa libera, completamente. Cresciamo tutti insieme, ma sono convinto sarà una buona stagione».

SOSTITUZIONE DI SMOLCIC E VISTA SU FADERA«Fadera bene, lo vedo con le gambe di Serie A. Un grandissimo ragazzo, che vuole migliorare, sta facendo molto bene e ha portato anche dei rigori, oltre a gol e assist. Al posto di Smolcic? No (ride, ndr), al 70%».

GESTIONE DELLA VITTORIA E CLIMA IN SQUADRA

«Ho detto di non festeggiare per rispetto dei tifosi del Torino. Ho chiesto anche all’arbitro perché avesse dato 3 minuti di recupero alla fine. Poi sono tre punti per noi, quando la partita è già finita in quel modo là la prima cosa da fare è rispettare i tifosi. Quindi non festeggiare in quel momento là, sarebbe stato esagerato. Bisognava gestire le emozioni. Poi ho detto che mi hanno fatto godere tantissimo, ho visto la squadra che volevo vedere, che ho in mente e che tutte le settimane vedo in allenamento. Ripeto, si può vincere o perdere, però alle volte preferisco perdere perché siamo troppo ambiziosi. Col Cagliari sono convinto avremmo dovuto vincere, ma dopo il 60′ la squadra ha un po’ mollato. Può succedere durante la stagione, gli altri possono anche essere migliori di noi, ma con la qualità che abbiamo alcune volte dobbiamo prendere più rischi. Preferisco perdere punti ora, crescendo però e analizzando le cose giuste. Senza il freno a mano tirato. Lascialo, andiamo e vediamo dove possiamo arrivare».

IL MODELLO DI GIOCO E LA FASE DIFENSIVA«La fase difensiva è molto importante per me, anche se la gente non lo crede. Noi qua vogliamo creare la squadra più completa possibile, l’Arsenal e il Bayern Monaco sono punti di riferimento, ero con i pop corn a vedere la partita. Anche le palle inattive, situazioni diverse, è un livello da cui si impara di più. Con una personalità devastante, giocano fuori, attaccano bene la profondità, difendono bene in avanti. Neuer ha sbagliato, però più volte ha recuperato palla così in carriera. Comunque sono le due squadre che analizziamo di più con lo staff e che proviamo a portare qui».

GESTIRE LA PRESSIONE IN UN GRUPPO GIOVANE«Non parlando della classifica, solo della performance. Alcune volte si perde, ma io faccio un rinforzo sul risultato. Quando sei alla Juve, al Milan… è diverso. Qua ho la responsabilità di gestire le cose in maniera diversa. Ieri l’Inter ha perso, anche giocando bene. La mia responsabilità è fare questo con i miei giocatori: la nostra fortuna è il tempo e lo spazio da dare al giocatore. E non c’è pressione perché non si gioca in un top club. Si cresce in un clima salutare. Addai? Ha fatto due gol, è la prima volta e se domani gioca o entra dalla panchina, deve rifarli. Loro mi devono dare quel tipo di risposta. Nico? Dal primo giorno si è visto un giocatore dalla personalità devastante, lo vedo anche con Ramon, Valle. Jesus Rodriguez e Addai che giocano da poco nel calcio professionista devono spingere. Ma dipende da loro, devono trovare forza dentro di continuità».

SUI GIOCATORI COME BERARDI E CAPUTO«Lui è un giocatore differenziale, tecnicamente e individualmente fa una grande prestazione. Col mancino, quando viene dentro, ti puoi sempre aspettare qualcosa. Cambio gioco, uno-due, calcia molto bene, anche da palla inattiva. Un giocatore molto pericoloso. Volpato o Fadera».

IL RICORDO DI DE ZERBI E L’INFLUENZA SU FABREGAS«Lo conosco, ho avuto la fortuna di giocare contro di lui. Dopo una partita con il Monaco contro lo Shakhtar gli ho stretto la mano e gli ho detto che speravo di trovare più allenatori come lui in giro. Lo seguo tantissimo, trova soluzioni che ti fanno pensare. Si vede che ha studiato molto, è in un progetto molto interessante e presto lo vedremo allenare ad una delle squadre più grandi del calcio. Di allenatori così sicuramente ne abbiamo bisogno».

DIAO E SERGI ROBERTO«Diao torna il primo dicembre ad allenarsi, progressivamente vedremo poi. Sergi Roberto per la Roma».

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