Calcionews24
·25 de outubro de 2025
Conferenza stampa Gasperini pre Sassuolo Roma: «Dobbiamo migliorare l’attacco e l’efficacia. Mi ha infastidito cosa ha detto Dybala? Sì, per questo motivo»

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Alla vigilia della sfida contro il Sassuolo al Mapei Stadium, il tecnico della Roma, Gian Piero Gasperini, ha parlato in conferenza stampa, toccando vari temi, tra cui l’attacco della sua squadra, la necessità di un esame di coscienza e i cambiamenti difensivi. Queste le sue parole.
SULL’ATTITUDINE OFFENSIVA – «È allenabile, è il problema principale, quindi se è allenabile dobbiamo allenarci a fare meglio. Dobbiamo giocare di reparto in attacco: quando si gioca in difesa si gioca anche in attacco di reparto, bisogna giocare sulle posizioni, sui movimenti, sugli smarcamenti, bisogna andare dentro l’area, bisogna andare a chiudere, bisogna fare tante cose. Come si fa nell’organizzazione difensiva, lo si può fare anche nel gioco d’attacco, soprattutto adesso. Dobbiamo continuare a lavorare: abbiamo recuperato tutti i giocatori, adesso abbiamo recuperato Dybala, stiamo recuperando anche Bailey. Abbiamo un po’ tutti quanti i giocatori d’attacco e dobbiamo assolutamente fare una svolta in positivo anche in quel senso».
L’ESAME DI COSCIENZA DELLA SQUADRA – «Si tratta di un esame di coscienza che deve fare, ecco, la squadra, che si devono fare i calciatori. Oppure, se vogliamo, è anche un invito… non so se ho usato la parola giusta, ‘coscienza’, comunque, al di là del termine, l’intendimento è quello di lavorare tecnicamente e tatticamente sulla squadra, sul gioco. Non è una questione di… se ho usato ‘coscienza’ ho usato una parola sbagliata, ma era riferito al fatto di lavorare sui movimenti, sugli smarcamenti, sull’andare a occupare gli spazi, sull’attaccare le profondità, sul giocare in zone più pericolose, che sono sicuramente dentro l’area. Non è fuori dall’area, non è quella zona centrale comoda per ricevere palla, ma per gli attaccanti la zona determinante è quando sei nella prossimità dell’area, vicino all’area, dentro l’area, sulla linea di fondo. Sono questi gli spazi e le zone dove poi vai a creare i presupposti per fare gol o far fare gol. Tutto il resto è preparazione. Quindi, era intesa in questo senso. Non ho mai usato la parola ‘moscio’».
LA RIMONTA E LA REAZIONE DELLA SQUADRA – «A volte ci sono dei periodi così, altre volte invece andavamo in vantaggio noi. Però, prendendo ad esempio la partita di Firenze, siamo riusciti a ribaltarla. Devo dire che, restando a queste ultime due gare, abbiamo preso davvero due brutti gol. Però, soprattutto con l’Inter, abbiamo avuto tutta la reazione che dovevamo avere. Non siamo stati molto fortunati. L’altra sera dovevamo probabilmente fare di più, anche se la reazione della squadra c’è stata e si è vista chiaramente. Come già con l’Inter, abbiamo disputato un secondo tempo sicuramente positivo, a dimostrazione del fatto che sul piano atletico stiamo meglio».
SUL RENDIMENTO DI FERGUSON E IL GIOCO CON LA PUNTA – «Lui ha giocato 7 partite in campionato e 3 in coppa, quindi 10 in totale, e ha partecipato a 9: l’unica che non ha disputato è stata quella di Firenze. Le cose di cui si parla non sono legate al campo, su tutto il resto si può dire o contare ciò che si vuole. Lui ha sempre dato dimostrazione in campo di voler dare delle risposte, anche se in questo momento le risposte non sono state positive, in modo abbastanza evidente. Se devo dire la verità, ieri per la prima volta in questa stagione ho visto da parte sua un allenamento giusto. È un ragazzo di 21 anni che non arriva da campionati straordinari, viene da un contesto in cui non ha quasi mai giocato, e in questo periodo ha giocato più che in tutta la scorsa stagione. Probabilmente, in un altro campionato, in un altro Paese, in un’altra dimensione, ragazzi così giovani possono attraversare periodi molto bassi di rendimento. Però bisogna sempre essere pronti a dargli fiducia e ad aspettare che abbiano una reazione».
SUI COMMENTI DI DYBALA E LA SUA CONDIZIONE – «Sì, anche perché non la ritenevo assolutamente vera, giusto? Poi dopo, insieme a tutti gli altri ragazzi, parlando nello spogliatoio, a volte — soprattutto a fine partita — le parole magari non sono quelle che vogliono realmente rappresentare ciò che si intende dire. Però era abbastanza chiaro il senso del discorso. La parola ‘mosci’ non esiste, la parola ‘sottovalutazione dell’avversario’ in questa squadra non esiste, perché questo gruppo non lo merita. E ci tengo a ribadirlo: non lo merita. Questo gruppo, sì, possiamo dire che a volte ha dei limiti, e possiamo accettarlo, perché capita di commettere degli errori e dobbiamo saperli accettare. Ma sotto il profilo comportamentale è un gruppo molto forte, molto sano, e da quel punto di vista non si giustificano mai le sconfitte. L’atteggiamento non sarà mai sbagliato, e non dovrà mai esserlo. Perché, se lo fosse, allora sì che sarebbe un problema. Dybala sta bene, può giocare. Per quello che vedo io, lui ha una buona resistenza, una buona tenuta, come tutti i giocatori di livello».
I CAMBIAMENTI IN DIFESA E LA SITUAZIONE ATTUALE – «In tanti cambiamenti bisogna considerare che stiamo giocando tante partite, una dopo l’altra, e alla fine chi ha realmente giocato? Ziolkowski ha fatto mezz’ora l’altra sera e qualche minuto nel finale con l’Inter. Ma stiamo giocando ogni tre giorni, e quando fai un cambio in difesa è già tanto. Per il resto ho sempre schierato Çelik, Hermoso, Mancini, Ndicka. Stiamo giocando da parecchie partite, quindi ogni tanto bisogna spezzare, far rifiatare qualcuno».
SULLA SITUAZIONE DELLA ROMA – «Il cambio naturale a sinistra, come ho utilizzato spesso, o il cambio di formazione in generale — come dicevo prima con le caselline — oggi mi fa dire che il bicchiere è mezzo pieno. Stiamo battagliando, stiamo lottando. Questo è un campionato tosto. Ha visto ieri? La prima in classifica… questo è un campionato in cui bisogna essere convinti che non è facile avere grande continuità di risultati. Ogni partita, nel campionato italiano, è davvero difficile. Ci sono tante squadre molto, molto vicine tra loro, e io non ho tempo per abbattermi dopo una sconfitta: per quanto mi dispiaccia e mi dia fastidio, dobbiamo pensare subito a quella successiva. Siamo lì, tutto il resto va bene, si può dire tutto e il contrario di tutto, ma noi dobbiamo guardare a noi stessi, cercare di migliorarci e fare dei passi avanti».
SUL MERCATO E LE ASPETTATIVE A GENNAIO – «Non credo ci siano cose fantastiche… per quella che è la mia esperienza, direi che a gennaio non credo ci siano. Non ci si può aspettare o cercare chissà cosa. L’importante sono le caratteristiche, ecco. Probabilmente sugli attaccanti esterni c’è ancora un po’ da lavorare, un po’ da migliorare. Ma non è una questione legata a gennaio. Io, in questo momento, non sto nemmeno pensando al mercato: sto pensando a migliorare questa situazione che ci sta penalizzando e che, forse, ci fa apparire anche peggio di quello che realmente siamo».
SUL RENDIMENTO DEI GIOCATORI E LA REAZIONE DI DOVBYK – «I fischi, quando si perde come l’altra sera, ci stanno. Ci stanno per il giocatore, ci stanno per tutti quanti. Come si reagisce? Il giorno dopo si riparte e si cerca di prendersi gli applausi nella partita successiva. Un giocatore, finché indossa la maglia della Roma, va sostenuto. Da parte mia è così. I fischi e gli applausi sono riferiti alle prestazioni, ma da parte mia va sostenuto comunque. Ho sempre spinto chiunque, ho sempre portato avanti chiunque. Un giocatore qui deve saper reagire dopo una prestazione negativa e continuare a lavorare quando le cose vanno bene».









































