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·04 de março de 2025
⚠️ CorSport – Napoli, gol per lo Scudetto cercasi: i numeri non sono confortanti

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·04 de março de 2025
Il Corriere dello Sport, quest’oggi in edicola, ha sottolineato la tangibile differenza, in termini di gol messi a segno, tra l’attacco del Napoli e quello delle dirette concorrenti per lo Scudetto: “Il Napoli che punta lo scudetto inseguendo l’Inter e provando a tenere l’Atalanta a distanza è una squadra da studiare: anima guerriera, equilibrio zen, risorse infinite. Tradotto: non avendo mai potuto contare su un attacco straripante come le rivali, Antonio Conte è riuscito a equilibrare il sistema a tal punto da azzerare le distanze realizzative rispetto alle altre, e soprattutto a motivare anche chi gioca meno fino a farlo risultare risolutivo o decisivo come nell’ultimo caso di Billing. Ecco perché quando si racconta la stagione del Napoli è lecito parlare di un capolavoro. L’attacco azzurro con 43 gol in 27 giornate è il quinto del campionato dietro Inter, Atalanta, Lazio e Juventus e soprattutto è molto meno prolifico rispetto a quelli dei campioni d’Italia, 60 reti, e della Dea, 59. E ancora: nessun giocatore della rosa è finora arrivato in doppia cifra, mentre le altre sul podio hanno una coppia di cannonieri da 10 o più gol. L’Atalanta, per la verità, ha il capocannoniere Retegui, 21 reti contro le 9 di Lukaku, il miglior realizzatore del Napoli davanti a McTominay, un centrocampista, a quota 6.
La coppia di bomber di Conte vanta complessivamente 15 centri. Quella della Dea, considerando i 12 gol di Lookman, ne ha forniti 33; mentre 23 sono quelli messi a referto dagli interisti Marcus Thuram, 13, e Lautaro, 10. Trovare la differenza è elementare. Come il difetto di mira: anche sabato il Napoli ha chiuso la partita con 19 tiri contro i 6 dell’Inter, di cui 4-1 nello specchio e addirittura 12-0 nel secondo tempo. Risultato? Uno a uno: i campioni hanno capitalizzato l’unica conclusione nel quadro della porta, al 22’, con Dimarco su punizione. Antifona chiara e bilancio: grande rammarico per una vittoria meritata ai punti che avrebbe favorito il sorpasso in vetta, ma il calcio non è la boxe e contano i gol.
Di esempi del genere ne è piena la stagione: dai 16 tiri contro il Toro (6 nello specchio) ai 25 con il Venezia (8 nello specchio). Finali: 1-0. Di corto muso è andata bene per cinque volte – vittorie – anche perché la difesa è sempre stata di ferro, ma di recente la porta è stata meno blindata del solito, tanto che l’ultimo dei 12 clean sheet risale a sette partite fa con il Verona, e il Napoli non riesce a vincere da cinque. Quattro pareggi e una sconfitta. Con l’Udinese e l’Inter non sono bastati 18 e 19 tiri per segnare un gol più dell’avversario. E anzi per trovarne uno è dovuto spuntare Billing dalla panchina, eroe per caso ma pur sempre eroe. Successo più largo: 4-0 al Cagliari, unico esemplare. L’Atalanta ne ha fatti due volte 4, tre volte 5 e una 6. L’Inter ha tre poker, una cinquina e un set (6).
Il sostegno realizzativo dei centrocampisti McT e Anguissa (5 gol), oltre al difensore Di Lorenzo (3 reti più un autogol procurato con il Verona), deve rimanere tale: un sostegno. E ciò significa che dalla Fiorentina in poi, con undici partite davanti che decideranno lo scudetto, gli attaccanti dovranno sbocciare come primavera comanda. Elenco: Lukaku ha segnato 9 gol e ricamato 7 assist, ha deciso contro Milan, Juve, Atalanta e Parma e ha lavorato bene da rifinitore; ora però è a secco da cinque giornate. Dato: da quando non segna, il Napoli non vince. Casualità? Un po’ e un po’ no: il centravanti è per definizione la risorsa primaria, soprattutto nei momenti di stallo. Rom ha cambiato il suo modo di giocare, è meno incisivo in area di qualche anno fa e più di manovra, ma il sangue è quello del bomber: l’aria scudetto magari lo farà bollire. Tra l’altro, quasi una maledizione: dal 25 gennaio è fermo a un passo dalla doppia cifra e dalle 80 reti in Serie A (dalla Juve). I suoi partner di reparto, però, hanno segnato in sei 8 gol: 3 Raspadori, il miglior attaccante dopo Lukaku ma ripescato da tre partite dopo tanta panchina; 2 Neres e Politano; uno Simeone; a secco Ngonge e Okafor. Ma Okafor è assente giustificato: è arrivato l’ultimo giorno di mercato indietro di condizione e ha collezionato appena 22 minuti”.