Inter News 24
·28 de outubro de 2025
Costacurta punge Conte: «La sua una comunicazione fine a se stessa, è lui a creare l’episodio con Lautaro. Chivu ha ragione quando dice quella cosa»

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Ospite negli studi di Sky Sport, l’ex difensore Billy Costacurta ha commentato la battaglia dialettica scoppiata tra l’allenatore del Napoli, Antonio Conte, e il presidente dell’Inter, Beppe Marotta, nel post-partita del big match del Maradona. Secondo Costacurta, la comunicazione di Conte è stata prevedibile e fine a se stessa, così come la reazione di Marotta. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma.
La vera, piacevole novità, secondo l’ex rossonero, è rappresentata dal tecnico della Beneamata, Cristian Chivu. Costacurta ne ha elogiato l’intelligenza e l’approccio comunicativo misurato ed educato, definendolo un “gigante” in questo senso.
Analizzando poi l’episodio della lite tra Conte e il capitano nerazzurro Lautaro Martínez, Costacurta lo ha definito parte del “gioco delle parti”, ma ha sottolineato la lucidità di Chivu nel riconoscerlo come un momento che ha favorito il Napoli. Ha aggiunto che l’atteggiamento di Conte è stato probabilmente strategico, volto a innervosire i suoi ex giocatori, una tattica che l’ex difensore ha visto usare spesso in carriera con successo da altri allenatori per destabilizzare gli avversari. Un plauso, quindi, alla calma e all’analisi lucida mostrata dal tecnico del club meneghino.
CONTE-MAROTTA? – « La comunicazione di Conte è fine a se stessa, non è una novità, non mi altera i battiti cardiaci. E’ l’Antonio Conte che conoscevamo, è il Marotta che conoscevamo, non conoscevamo Chivu e devo dire che è una piacevole novità, molto positiva».
GLI ANIMI TESI CON CONTE DURANTE NAPOLI INTER – «E’ il gioco delle parti ma mi piace l’atteggiamento di Chivu: ha ragione quando parla dell’episodio Conte-Lautaro, aver creato quell’episodio è stato importante per il Napoli. Non solo Lautaro, Conte conosce bene i giocatori dell’Inter, è stato strategico quell’atteggiamento. Io ho giocato, c’erano alcuni allenatori che facevano gesti simili e si dimenavano in panchina e alcuni miei compagni si innervosivano, non è mai una cosa positiva».









































