Juventusnews24
·04 de novembro de 2025
Cruciani a gamba tesa: «Juve, la scelta di Spalletti è figlia di debolezza e improvvisazione. Ha un contratto da stagista»

In partnership with
Yahoo sportsJuventusnews24
·04 de novembro de 2025

L’arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus, sebbene abbia portato una vittoria all’esordio in Serie A e un’iniezione di fiducia nell’ambiente, continua a far discutere gli addetti ai lavori. Al centro del dibattito non ci sono le qualità del tecnico, universalmente riconosciute, ma la natura anomala del suo contratto: un accordo di soli 8 mesi, valido fino al termine della stagione.
Tra le voci più critiche e severe su questa scelta societaria c’è quella del giornalista Giuseppe Cruciani. Intervenuto durante il Numer1 Podcast, Cruciani ha analizzato la mossa bianconera non come un colpo strategico, ma come un sintomo di incertezza e difficoltà condivisa tra il club e l’allenatore stesso.
Secondo Cruciani, un tecnico del calibro di Spalletti non dovrebbe accettare, né ricevere, un accordo così precario.
«Io credo io credo che la scelta di Spalletti sia figlia di debolezze, di debolezze di Spalletti stesso e della Juventus», ha dichiarato il giornalista. «Credo che sia figlia dell’improvvisazione più totale e di scelte sbagliate che si sono accumulate. Si è arrivati a Spalletti con un contratto quasi, adesso io ho detto da stagista, in settimana, ma è un contratto, diciamo, non da progetto, saranno le questioni economiche, sarà quello che ti pare, ma è Spalletti che è stato allenatore della Roma, allenatore dell’Inter, allenatore in Russia, quello che vogliamo, ha vinto lo scudetto col Napoli, eccetera, allenatore della nazionale. Non è uno a cui dai 8 mesi di contratto e dunque il contratto a Spalletti, l’ingaggio di Spalletti è figlio di debolezze e di una improvvisazione che è purtroppo di casa alla Juventus negli ultimi anni e non è così».
L’analisi di Cruciani, è quindi netta: questo accordo “non da progetto”, quasi da “stagista”, non fa onore né al blasone del tecnico (vincitore di uno Scudetto e reduce dalla Nazionale) né a quello del club. Per il giornalista, si tratta dell’ennesima prova di una confusione gestionale e di una mancanza di programmazione a lungo termine che, a suo dire, caratterizza la Juventus degli ultimi anni.









































