Juventusnews24
·30 de dezembro de 2025
Del Piero Baggio, i retroscena: «Parlavamo in dialetto veneto quando giocavamo assieme alla Juventus…Io ero un bimbo, lui il campione assoluto». Cosa han detto!

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·30 de dezembro de 2025

Un tuffo al cuore per ogni appassionato di calcio, un incrocio di destini che ha fatto la storia della Juventus e della Nazionale. Roberto Baggio e Alessandro Del Piero si sono ritrovati fianco a fianco a Dubai, ospiti d’eccezione del World Sports Summit. In un’atmosfera carica di nostalgia e rispetto, i ruoli si sono invertiti: Del Piero ha vestito i panni dell’intervistatore per dialogare con il “Divin Codino”.
Il dialogo è partito dalle radici comuni. “Parlavamo in dialetto veneto quando giocavamo assieme alla Juventus”, ha ricordato sorridendo Del Piero, rievocando i tempi del passaggio di consegne a metà anni ’90. “Eravamo quasi vicini di casa, ma io ero un bimbo e lui il campione assoluto”. Un legame tecnico e umano che il tempo non ha scalfito.
Baggio si è poi aperto con una sincerità disarmante, toccando le corde più intime della sua vita post-ritiro. Dopo aver cercato per anni la normalità lontano dai riflettori e vicino alla famiglia, un evento drammatico ha segnato uno spartiacque. L’ex numero 10 ha ripercorso la terribile rapina subita nella sua villa nel 2024, quando fu sequestrato insieme ai suoi cari da sei malviventi. “Ha cambiato la visione della mia vita”, ha confessato Baggio. “In quei mesi è nato in me il desiderio di mettere al corrente di tante cose la mia famiglia. Dovevano capire chi ero”. È anche “colpa” della figlia Valentina se oggi Baggio è tornato a mostrarsi di più in pubblico: un modo per condividere la sua eredità ed esorcizzare quel brutto ricordo attraverso l’amore familiare.
Infine, come riportato da Gazzetta.it, non è mancata un’analisi lucida e amara sullo stato di salute del nostro movimento. Baggio ha lanciato un allarme preciso: “Non c’è spazio per i nostri giocatori e la Nazionale soffre”. Secondo il fuoriclasse di Caldogno, la presenza massiccia di stranieri sta soffocando i talenti nostrani, impedendo la creazione di quell’ossatura italiana che fu la base dei suoi Mondiali. “Meno stranieri e più spazio ai giovani, loro sono il futuro”. Un messaggio chiaro ai vertici del calcio: per ripartire, serve coraggio.









































