Calcionews24
·17 de dezembro de 2025
Di Canio svela: «Alla Juve si respirava un’identità fortissima. Quando arrivai io c’erano Boniperti, Trapattoni, erano delle istituzioni: trasmettevano questi valori» – VIDEO

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Durante lo Sky Christmas Day organizzato nella sede milanese dell’emittente, Paolo Di Canio ha analizzato il momento della Juventus. L’ex attaccante bianconero ha promosso l’impatto di Luciano Spalletti, sottolineando come il tecnico toscano sia riuscito a trasmettere disciplina e una nuova mentalità a un gruppo che appariva smarrito. Secondo Di Canio, la squadra non ha ancora la qualità necessaria per competere con l’Inter nella lotta scudetto, ma la strada intrapresa è quella giusta per consolidare un posto tra le prime quattro.
Di Canio ha evidenziato la capacità di Spalletti di leggere non solo gli aspetti tattici, ma anche le dinamiche umane. Lo ha definito una figura autorevole, capace di trasmettere quei valori di disciplina che hanno storicamente contraddistinto la Juventus. Con un pizzico di nostalgia, ha ricordato l’epoca di Boniperti e Trapattoni, rimarcando come l’identità granitica del passato si sia in parte smarrita nel calcio moderno. Per tornare ai vertici, l’opinionista suggerisce un intervento deciso sul mercato, guardando soprattutto alla Premier League per rinforzare l’attacco.
Nonostante i progressi mostrati contro il Bologna, soprattutto nella fase difensiva e nell’attacco degli spazi, Di Canio invita alla prudenza. La rincorsa al vertice, ha spiegato, richiede ancora innesti di qualità nella costruzione del gioco e soprattutto un centravanti capace di garantire molti gol. Solo con questi tasselli la Juventus potrà ambire a tornare protagonista assoluta in Serie A. Le sue parole ai nostri microfoni:
PAROLE – «Le risposte oggi sono positive soprattutto a livello mentale: atteggiamento, testa, attitudine. La squadra è più ordinata, più equilibrata. Manca ancora quella qualità terminale per competere per il primo posto, ma l’ambizione può crescere. Spalletti sa trasmettere valori, a volte è duro, anche rude, ma capisce subito le dinamiche dei giocatori: non solo tecniche e fisiche, anche morali. Questo è fondamentale per lottare almeno per le prime quattro posizioni. La Juve oggi non la metto ancora prima. Senza una punta da tanti gol e senza un centrocampo davvero qualitativo nella costruzione iniziale, è difficile. Però sta sistemando la fase difensiva, l’attacco degli spazi, l’equilibrio. Contro il Bologna il piano tattico ha funzionato benissimo, al di là dell’1-0. Alla Juve si respirava un’identità fortissima. Quando arrivai io c’erano Boniperti, Trapattoni, erano delle istituzioni: trasmettevano rigore, rispetto, disciplina. Anche i piccoli comportamenti contavano, mi davano del lei. Una volta rientrai a casa alle 22:15 dopo una cena e fui convocato in sede: ‘È troppo tardi’. Questo ti formava, te lo portavi in campo. Oggi il calcio è cambiato, in Italia in generale. Si è persa la cultura delle regole. Alla Juve questa disciplina è sopravvissuta per anni grazie ai giocatori, ai leader, poi anche quelli sono andati via. I calciatori di oggi sono professionisti seri, ma non hanno quella durezza nel trasmettere la missione.
Adesso ti spingono ad andare a fare delle sfilate il venerdì quando magari il sabato devo giocare. Poi sono andati via quei grandi calciatori e qualcosa si è perso, sono arrivati dei grandissimi professionisti. Ho apprezzato la presa di posizione della famiglia Agnelli: è uscito l’orgoglio. Fa ben sperare. Però il percorso di crescita si è allungato troppo. Ora, se hai trovato un allenatore valido come Spalletti, serio, disciplinato, che trasmette valori, devi dargli fiducia. Io lo rinnoverei: darebbe stabilità e un segnale forte allo spogliatoio. Alla Juve serve un giocatore fisico davanti, uno che faccia reparto. Non puoi vivere solo di inserimenti dei centrocampisti. Dall’Inghilterra suggerisco Jørgen Strand Larsen del Wolverhampton: fisico, fame, giocatore di squadra. Non è un fenomeno, ma fa rendere meglio gli altri. Con 40-45 milioni ci andrei. L’Inter oggi è davanti a tutti. Il Napoli con Conte resta forte. Milan, Juve e Roma si giocheranno la quarta posizione».
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