Inter News 24
·28 de setembro de 2025
Diamanti rivela: «Moratti mi voleva all’Inter, quando mi chiamò pensai fosse uno scherzo. Poi arrivò Mourinho e…»

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·28 de setembro de 2025
Alino Diamanti, ex fantasista noto per le sue giocate estrose e la carriera divisa tra Serie A ed esperienze internazionali, ha svelato alla Gazzetta dello Sport alcuni retroscena sul suo passato. Nell’estate del 2009 fu davvero vicino all’Inter: l’allora presidente Massimo Moratti lo aveva individuato come erede di Recoba, ma l’arrivo di José Mourinho cambiò i piani. Il tecnico portoghese preferì altri profili, facendo sfumare la trattativa.
Diamanti ha raccontato che anche Napoli e Juventus mostrarono interesse negli anni successivi. Nel caso dei bianconeri, il trasferimento saltò a causa di divergenze con Antonio Conte, che lo spinsero a rifiutare nonostante il pressing dei compagni di Nazionale.
Infine, l’ex trequartista ha ricordato il passaggio al West Ham come una vera odissea di mercato, con il presidente Spinelli che cambiava idea di continuo fino all’ultima ora disponibile.
IL RETROSCENA SUL MIO MANCATO TRASFERIMENTO ALL’INTER – «Moratti mi voleva lì. Quando mi chiamò pensai fosse uno scherzo: ‘Sei il nuovo Recoba, devi giocare per noi’. Poi arrivò Mourinho, gli dissero che volevano prendere Diamanti e lui rispose ‘Diamanti chi?’. Voleva un nome diverso».
ANCHE NAPOLI E JUVE MI VOLEVANO – «Il Napoli sia nell’estate dell’Inter sia qualche anno dopo. La Juve, invece, più avanti. Avevo il gruppo dei compagni di nazionale che spingeva per il mio trasferimento. Poi, però, Conte disse delle cose che non mi piacquero e rifiutai. E la notte dormii lo stesso, sia chiaro. Ero impulsivo, forse troppo, ma è andata bene così».
IL MIO TRASFERIMENTO AL WEST HAM – «Un cinema. Ero del Livorno, il presidente Spinelli non voleva mandarmi via. Arriviamo all’ultimo giorno di mercato: ci convoca nel suo ufficio a Genova e inizia a contrattare. Ogni mezz’ora cambiava idea. ‘Non posso, mio figlio ci rimane male’. Poi dopo un po’ cedeva. ‘Ok ti vendo, ma di quanti soldi stavamo parlando?’. Penso di aver firmato a mezzanotte. Il presidente era unico».
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