Inter News 24
·07 de outubro de 2025
Dumfries sicuro: «La mia disciplina mi ha portato al vertice, ora voglio fare questo. Pallone d’Oro? Dico che…»

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·07 de outubro de 2025
Denzel Dumfries, terzino dell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista a De Volkskrant, nel corso del suo ritiro con la nazionale olandese, dove ha parlato della sua mentalità rigorosa che lo ha accompagnato nel corso della sua carriera, dei suoi obiettivi futuri e del suo impegno anche al di fuori del campo.
SULLA SUA MENTALITÀ RIGOROSA – «La mia mentalità è stata per molto tempo: non posso ammalarmi, non posso farmi male. Non mi è permesso fare questo e non quello. È così che è andata nella mia vita, inconsciamente. Quella mentalità mi ha messo in un flusso, in un tunnel. Vai sempre dritto. Sono molto severo al riguardo. Al vertice, dovresti sempre usare standard di disciplina e severità nei confronti di te stesso. Se lo dico io stesso, sono bravo in questo».
SUL SUO FUTURO E L’IMPEGNO FAMILIARE – «Compirò 30 anni ad aprile, in una fase diversa della mia carriera. Voglio ancora raggiungere certi obiettivi. Sono anche un padre. La cosa più importante è trovare la giusta combinazione. Questa è una sfida, anche con la mia organizzazione giovanile (Duce, ndr). Stiamo crescendo, stiamo avendo un impatto. È fantastico. Ci sono storie di giovani che ci hanno lasciato e sono tornati a studiare regolarmente, o hanno trovato un lavoro. Ecco perché facciamo tutto».
SUL SUO BILANCIO ALL’INTER – «Quando pensi alla tua carriera, come di recente dopo il gala del Pallone d’Oro (Dumfries è arrivato al 25° posto, ndr), sono orgoglioso di me stesso. Allora penso: ben fatto. Una volta ho imparato dal formatore Alex Pastoor che bisogna godersi il momento, che si può essere consapevoli di dove ci si trova ed essere orgogliosi. A volte è difficile. Poiché sei impegnato in molte cose, a volte dimentichi di guardare da dove vieni. Dove sono adesso? Posso essere soddisfatto? Mi chiedo. Due finali di Champions League in tre anni con l’Inter, di questo posso essere orgoglioso».
PALLONE D’ORO – «E’ stato speciale viverla, tra tutte quelle stelle di livello mondiale. È stato un onore essere tra i primi trenta al mondo. Indossavo un abito davvero bello. Ho ricevuto molti complimenti. Wow, sono finito sopra Haaland in classifica è stato il coronamento di una stagione con tante belle partite. Ma penso a cosa posso migliorare, e devo essere realistico. Più gol e assist sono quasi impossibili per un difensore. È un’aspirazione o voglio migliorare altri aspetti del gioco? È questo che sottolineo. A volte voglio essere un po’ più presente nella costruzione dell’azione, essere un po’ più dominante. Sono in un’età in cui ho sperimentato diverse cose, anche nelle fasi finali dei tornei, per assumere un ruolo di leadership. Lo faccio anche io a parole. Non sono timido, ma ci sono dei passi da fare».
SUL SUO RUOLO IN NAZIONALE – «Posso prendere l’iniziativa, fornendo energia alla squadra. Guidando la lotta, in un modo un po’ poco olandese. Altri Paesi hanno un vantaggio rispetto ai Paesi Bassi. In questo senso, posso pensare fuori dagli schemi e garantire il prossimo passo di crescita in questo processo. L’Argentina, per esempio, fa di tutto per vincere: non lascia nulla di intentato. Noi forse siamo un po’ troppo ordinati, ma fa parte del gioco. Non è la cosa più importante, ma potrebbe darci una percentuale in più di successo. Portare la partita oltre il limite. Commettere quel fallo inutile, per fermare l’attacco. Sì, all’Inter siamo maestri in questo (ride, ndr). Se non lo fai lì, è peggio che farlo dopo. Non esitiamo a commettere fallo, a superare di poco il limite. Dovremmo farlo di più qui».