Inter News 24
·24 de junho de 2025
Dumfries svela: «Ora inizia un’Inter nuova. Ecco cos’è successo in finale di Champions, ma l’addio di Inzaghi non…». Poi la battuta su Theo

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·24 de junho de 2025
Denzel Dumfries è il protagonista dell’ultima intervista rilasciata sulle colonne de La Gazzetta dello Sport. Vediamo alcuni passaggi delle dichiarazioni dell’esterno dell’Inter direttamente dal Mondiale per Club. Le parole dell’olandese:
COME STA DUMFRIES – «Benone, dai, sono a disposizione per il River. Dopo l’ultima partita contro l’Olanda, ho avuto qualche problema fisico e non ho voluto rischiare. Alla fine della stagione hai sempre dei dolori, una certa stanchezza»
STANCHEZZA ANCHE MENTALE – «No, questa volta era tutta fisica. Anche se è normale che ci sia anche un po’ di stress dopo tutto quello che è successo, bisogna accettare sempre quando il tuo fisico e la tua testa ti lanciano dei messaggi. Ora però è tutto alle spalle: voglio contribuire anche io a far nascere una nuova Inter».
COME SARA’ LA NUOVA INTER – «Ora siamo in una terra di mezzo, questo Mondiale per noi è l’inizio di qualcosa di nuovo, ma anche la fine di qualcos’altro. Ma s’è già visto che Chivu è davvero un ottimo allenatore, con uno staff molto valido, e poi cambieranno alcune cose, ovviamente. È importante anche per noi giocatori ricevere nuova energia e nuove idee. E penso che il nuovo tecnico sia in grado di farlo. Le prime due settimane di lavoro sono andate molto bene. E non vediamo l’ora di continuare in questa competizione così bella».
COME CANCELLARE L’ULTIMO PERIODO – «Non abbiamo vinto un titolo, anche se eravamo in grado di farlo, questo è un fatto. Finire con zero trofei per una squadra ambiziosa e forte come la nostra è molto dura perché avevamo obiettivi precisi a cui ci siamo avvicinati tantissimo… Se ci soffermiamo su questo esatto momento, è chiaro che non ci siamo ancora del tutto ripresi mentalmente, ma penso sia normale, siamo esseri umani e non solo calciatori. Bisogna essere onesti: non si può dire che non sia successo niente. Allo stesso tempo, però, stiamo cercando di trovare insieme la giusta positività per tenere alle spalle il passato. Nessuno perderà mai l’orgoglio di giocare per uno dei club più importanti del mondo. Più forte di ogni delusione è la motivazione a ripartire».
FINALE CHAMPIONS – «È molto duro da accettare, ma è una finale: o la vinci o la perdi. Certo, noi l’abbiamo persa male, 5-0, ma il PSG è stata la squadra migliore e quel 31 maggio non era per niente la nostra giornata. Non abbiamo mostrato ciò di cui siamo sempre stati capaci: non vincevamo i duelli, eravamo in ritardo lì dove di solito siamo sempre pronti. Bisogna accettarlo e ricominciare. L’anno prossimo avremo un’altra possibilità e abbiamo tutto per riprovarci. Ora il mondo sa che l’Inter è capace di arrivare in finale, il prossimo passo sarà dimostrare che l’Inter può vincerla. È l’ultimo passo che ci manca, il più difficile perché qualcuno in partenza ci è ancora davanti, ma è un passo che possiamo e vogliamo fare. Basti pensare che all’inizio nessuno diceva che saremmo potuti arrivare in finale, ma l’abbiamo fatto due volte. Ora è il momento di provare a vincerla…».
ADDIO INZAGHI – «È stato molto difficile per me e per tutti, eravamo molto legati a Inzaghi. Sono arrivato qui all’Inter insieme a lui, tutto quello che ho costruito all’Inter è stato con lui. Per quattro anni siamo stati come una famiglia, per questo il suo addio è stato la fine di un ciclo che non è solo calcio, ma la vita è così e va sempre avanti e ti dà nuovi stimoli. Sono molto felice che Inzaghi abbia trovato una nuova avventura, ma anche noi andiamo avanti felicemente. Abbiamo un nuovo grande allenatore per cui lottare».
SE LE VOCI SULL’ADDIO DI INZAGHI HANNO CONDIZIONATO – «No, ma è chiaro che leggevamo… Sentivamo voci che portavamo dentro, ma senza parlarne tra di noi perché ognuno era concentrato solo sulla finale. Vi assicuro che nella testa c’era solo il PSG e nient’altro».
PUO’ INCONTRARE INZAGHI – «Noi contro l’Al Hilal? Intanto pensiamo a passare il turno, nel caso sarebbe curioso, ci saluteremo, ma da avversari!».
SOGNO CON L’INTER – «Il mio Inter dream è semplice: vincere la Champions, l’unica cosa che manca. Vorrei portare il trofeo a Milano e festeggiarlo in un mare di tifosi come fatto con la seconda stella».
MEME SULLA POKER FACE – «Ne ho visti così tanti che neanche li ricordo. Mi viene in mente quel “Denzel is not impressed”… Ne parlavo l’altro giorno con un mio amico, gli dicevo: “Come faccio a essere diventato un meme vivente?”. Io sono normale, faccio cose normali, ma la cosa mi diverte. Il punto è che esistono due Denzel, quello serissimo che sembra cattivo in campo, e un altro fuori che è molto divertente. Prima lavoro duro, ma me la spasso con i miei compagni: assieme a Thuram e Barella, sono quello che organizza più scherzi».
IL MIGLIORE NEL SUO RUOLO – «Ci sono molti bravi esterni destri, come Hakimi, Alexander-Arnold, Koundé, Timber, Frimpong. Dal mio punto di vista, quest’anno il top è stato Hakimi, ma penso di esserci anche io nella lista dei migliori, sì. Lo dico con umiltà, ma anche con orgoglio».
COME SI RILASSA EXTRA CAMPO DUMFRIES – «Con il mio sax, ma non sto migliorando come vorrei… Purtroppo, non lo suono abbastanza perché nell’ultimo periodo ho avuto poco tempo. E se avessi iniziato a suonare di notte, qualche vicino non avrebbe gradito. Poi mi dà la spinta per andare avanti anche occuparmi in prima persona della mia scuola per bambini con necessità speciali in Olanda: aiutare gli altri ti cambia la percezione delle cose. Ad esempio, vedere un bambino migliorare con il tuo aiuto è qualcosa che non ha prezzo. C’era un ragazzo che l’ultima volta mi ha detto: “Ho difficoltà ad andare a dormire, mi sfogo sul telefono e mi arrabbio durante il giorno”. Gli ho dato dei consigli per tenere il telefono lontano e concentrarsi su altro per recuperare serenità: adesso sta meglio, sorride, non è più arrabbiato con il mondo ed è tornato pure a giocare a calcio. Basta davvero poco per rendere felici questi ragazzi, una parola detta al momento opportuno, una bibita insieme…».
UNA BIBITA CON THEO LA PRENDERESTI – «Sono state belle battaglie (ride, ndr) e spero ne arriveranno altre, magari in nazionale. È una rivalità bella e divertente, piace a noi e ai tifosi, fa parte del gioco. Ma la bibita insieme la prenderemo, se vorrà, solo quando avremo smesso tutti e due».