Calcionews24
·24 de setembro de 2025
Edoardo De Laurentiis tuona: «Infortunio Buongiorno è colpa della Lega»

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Una vittoria che costa carissima e che apre un fronte di polemica durissimo e inaspettato. Il Napoli batte il Pisa, ma perde per infortunio Alessandro Buongiorno e, a fine serata, esplode la rabbia del club. Il difensore, pilastro della difesa di Antonio Conte, si è fermato al minuto 81 per un problema fisico che lo mette in forte dubbio per il big match di domenica contro il Milan di Massimiliano Allegri.
Ma l’infortunio, che già di per sé rappresenta una tegola pesantissima, è diventato il pretesto per un attacco frontale lanciato dal vice presidente del Napoli, Edoardo De Laurentiis. Nella serata di lunedì, il figlio del patron Aurelio ha affidato a due storie Instagram una durissima accusa nei confronti della Lega Serie A e dell’azienda Stats Sport, responsabile del monitoraggio GPS dei calciatori.
Secondo il dirigente, l’infortunio di Buongiorno non sarebbe una casualità, ma la conseguenza di una grave mancanza da parte delle istituzioni calcistiche nel fornire dati essenziali per la prevenzione. «La vergogna di chi non ha la dignità, di far lavorare professionisti, preparatori atletici – si legge nella prima storia –. Senza dati strategici non si può avere la cognizione su alcuni algoritmi che servono per preservare le condizioni dei giocatori e non solo…L’infortunio di Buongiorno? Dobbiamo ringraziare Lega e Stats Sport…grazie…».
Un’accusa ribadita e argomentata con ancora più forza pochi minuti dopo, in una seconda storia che non lascia spazio a interpretazioni. «È inaccettabile non mettere a disposizione di professionisti e preparatori atletici i dati necessari: senza informazioni strategiche non si possono sviluppare algoritmi in grado di preservare la salute e la performance dei giocatori. L’infortunio di Buongiorno rappresenta l’ennesima conferma: la responsabilità ricade su Lega e Stats Sport».
Le parole di De Laurentiis scatenano una bufera. L’infortunio di un giocatore chiave diventa così il casus belli di una battaglia che sposta il focus dal campo alla gestione tecnologica e alla tutela della salute degli atleti, con accuse pesantissime.