PianetaSerieB
·16 de novembro de 2024
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Ambizione, passione e studio. Nella chiacchierata con Marcello Cottafava, intervenuto ai nostri microfoni, sono dettagli che emergono in modo netto e preciso, protagonista attualmente con il Vado che, dal suo ritorno in panchina, ha ripreso a viaggiare a vele spiegate nel girone A di Serie D. Da Pompetti, allenato nelle giovanili della Sampdoria, fino alla Carrarese. Ecco l’intervista completa.
Mister, partirei subito da un calciatore che conosci decisamente bene come Marco Pompetti. Una crescita ormai costante, condita dal goal con la Reggiana. Cosa ricordi di lui alla Sampdoria e in cosa pensi sia migliorato?
“Marco è un giocatore che conosco bene, alla Sampdoria per lui è stato un anno di transizione. Arrivava dal settore giovanile dell’Inter, dove aveva già conquistato il titolo di MVP della finale Scudetto, e quindi aveva già un bagaglio d’esperienza importante. In quel momento l’allenatore della prima squadra era Di Francesco, pescarese come lui, che lo convocava spesso in prima squadra. Durante quella stagione è maturato tanto, tante volte ho chiacchierato con lui. In molti lo considerano un play con una grande fisicità, però magari si diceva che fosse uno che non correva. Io gli ho detto subito di togliersi questa idea dalla testa, perché anche a livello fisico lavorava molto. Oggi sta dimostrando di poter giocare a tutto campo, merito suo e del lavoro quotidiano”.
Nella tua Sampdoria c’era anche Simone Trimboli, tra i protagonisti della neopromossa Mantova. Che ricordi hai di lui?
“Simone è di Genova, era sotto età perché si tratta di un 2002, ma in lui ho intravisto subito grandi qualità. Sapeva stare in campo, sono contento della sua crescita. Ne ho parlato spesso con Burrai, che lo ha descritto come un ragazzo eccezionale. Mi fa piacere vederlo in Serie B”.
A proposito di Burrai, possiamo definirlo ormai eterno?
“Io l’ho conosciuto a Latina, in squadra c’erano altri grandi calciatori come Bruno e Morrone e ora sono contento per lui. In passato ha vissuto qualche momento di difficoltà a causa di problemi fisici, ma ora sono davvero contento perché è riuscito a togliersi grandi soddisfazioni. Il goal nel derby è solo la ciliegina sulla torta”.
Parlando invece in generale, qual è la squadra che ti ha sorpreso di più?
“Detto del Mantova, che ha più di tutte è riuscita a portare un calcio che si vede soprattutto in Europa. Poi non posso non nominare il Pisa, sta facendo qualcosa di straordinario grazie al grande lavoro di Inzaghi. È meraviglioso vedere lo stadio pieno. Poi (ride, ndr) è una squadra che mi evoca sicuramente bei ricordi, sia per la promozione con il Latina che per un goal da centrocampo che ho messo a segno durante la mia esperienza con il Lecce”.
Tra le tue ex squadre ci sono sia Sampdoria che Carrarese, come giudichi il percorso di entrambe?
“Sono cresciuto con i colori della Sampdoria, credo che sia la dimostrazione che quando non c’è serenità si rischia di incanalarsi verso una strada negativa. Lo scorso c’erano tante incertezze a livello societario che sicuramente non hanno aiutato, ho comunque buone speranze. Anche i playoff sarebbero importanti, il pubblico è fuori categoria e rappresenterebbe una marcia in più. Serve ritrovare tranquillità a livello generale, e parlo anche di settore giovanile. Non è bello vedere la Primavera penultima in classifica, dimostra che c’è qualcosa che non va e che tutte le componenti sono legate“.
“Preferirei anche uno o due anni di Purgatorio purché vengano gettate le basi per qualcosa di più solido. Carrarese? Altra realtà a cui sono molto legato, ancora oggi ricordo un goal salvezza segnato negli ultimi minuti contro il Brescello. Ci torno sempre volentieri, poi Calabro è stato mio compagno di squadra a Lecco e lo seguo con grande attenzione. Sono partiti con il problema campo e secondo me adesso ne stanno venendo fuori, è una piazza abituata a lottare”.
Il finale, quasi d’obbligo, è dedicato al Marcello Cottafava allenatore. Come ti vedi da qui a cinque anni?
“Io penso sempre a divertirmi e ad avere la possibilità di fare il mio mestiere, spero di avere delle occasioni per dimostrare il mio lavoro. Sono ambizioso e cerco di migliorarmi attraverso lo studio, sicuramente un domani sogno di allenare anche nei professionisti. Ambizione, ma anche tanta voglia di ricercare nuovi stimoli”.