Evelina Christillin: «Per la Superlega piansi al cimitero. Da allora mai più allo Stadium per la Juventus» | OneFootball

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·19 de setembro de 2025

Evelina Christillin: «Per la Superlega piansi al cimitero. Da allora mai più allo Stadium per la Juventus»

Imagem do artigo:Evelina Christillin: «Per la Superlega piansi al cimitero. Da allora mai più allo Stadium per la Juventus»

Evelina Christillin: «Per la Superlega piansi al cimitero. Da allora mai più allo Stadium per la Juventus». Le dichiarazioni

Un fiume di ricordi, aneddoti e confessioni a cuore aperto. Evelina Christillin, figura storicamente legata alla famiglia Agnelli e alla Juventus, ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha ripercorso alcuni dei momenti più iconici e drammatici della storia bianconera, offrendo una prospettiva unica e personale.

Gianni Agnelli, scomparso nel 2003, come avrebbe vissuto Calciopoli nel 2006?«Credo che si sarebbe comportato come suo nipote John Elkann, da lui scelto come erede alla guida della famiglia. Nel 2006, al processo sportivo, l’avvocato Zaccone, difensore della Juve, disse che la retrocessione in Serie B con penalizzazione sarebbe stata una pena accettabile e questo significa qualcosa. Penso che l’Avvocato, con la morte nel cuore, avrebbe detto la stessa cosa».


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Moggi continua a professarsi innocente.«Dal suo punto di vista, fa bene, tanti tifosi sono con lui e non si può dire che da altre parti non sia successo nulla, mi riferisco per esempio al passaporto falso di Recoba dell’Inter. A me sembrava evidente già allora che la Juve godesse di una certa sudditanza psicologica da parte degli arbitri».

Con la vicenda SuperLega, nel 2021, lei si è trovata al centro della tempesta perfetta, tra il cuore – la Juve della famiglia Agnelli – e il lavoro di allora, la sua figura di membro Uefa nel consiglio Fifa. Andrea Agnelli aderì nottetempo alla SuperLega, Ceferin presidente Uefa gridò al tradimento.«Sono uscita umanamente a pezzi da quella storia. È stata una notte tragica, nella war room Uefa a Montreux in Svizzera. Ceferin riceveva telefonate da Macron e da Boris Johnson. Molti pensavano che io fossi la serpe in seno, la traditrice per conto di Andrea Agnelli. Non era vero. Chiesi a Ceferin se dovessi dimettermi e lui mi disse: ‘Assolutamente no, so che ci sei fedele’. Io non sapevo nulla della fuga in avanti di Andrea. Ritornai a Torino da sola, in auto, e in Valle d’Aosta feci una deviazione, salii a Issime, il villaggio in cui sono seppelliti i miei genitori. Andai al cimitero e davanti alla loro tomba mi sfogai, piansi, parlai con loro. Da allora non sono più andata alla Stadium a seguire la Juve. Ho fatto un’eccezione per la partita di addio della mia amica Sara Gama delle Women».

I suoi rapporti con Andrea Agnelli oggi?«Andrea vive in Olanda. Ci vediamo a Sestriere. Le sue bambine e le mie nipoti sono iscritte allo stesso sci club. Ci salutiamo. Io gli voglio bene come sempre e non può essere diversamente, non posso che essere grata alla famiglia Agnelli per tutto quello che ho ricevuto da loro. Ho un meraviglioso rapporto con Allegra, la madre di Andrea. Quando sono stata male, a dicembre, si è fatta in quattro per accogliermi all’ospedale oncologico di Candiolo. Ho la Juve nel cuore e l’avrò sempre, ma nei giorni della SuperLega lavoravo per l’Uefa e dovevo essere leale all’Uefa».

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