Sampnews24
·01 de outubro de 2025
Ex Sampdoria, Cacciatore: «Quello che mi ha dato fastidio è che non ho deciso io di smettere. Mi è stato imposto»

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·01 de outubro de 2025
Fabrizio Cacciatore, ex difensore noto per la sua lunga militanza in diverse squadre, tra cui i blucerchiati della Sampdoria, ha condiviso un racconto toccante e drammatico riguardo la fine della sua carriera da calciatore. Intervistato da TV Play, l’ex laterale ha rivelato di non aver scelto autonomamente di appendere gli scarpini al chiodo, ma di essere stato costretto a farlo.
La dichiarazione più forte rilasciata da Cacciatore ha riguardato le circostanze che hanno portato al suo ritiro:
«Quello che mi ha dato fastidio è che non ho deciso io di smettere. Mi è stato imposto».
Una rivelazione che svela un retroscena amaro e pone un punto interrogativo sulle pressioni esterne e sulle dinamiche che circondano la conclusione della carriera di un atleta professionista. L’ex giocatore del Doria, apprezzato per la sua grinta e la sua duttilità tattica, ha lasciato intendere che la decisione sia stata presa da altri, privandolo della possibilità di un addio volontario e dignitoso al campo.
Il momento del ritiro, per Cacciatore, non è stato solo un passaggio professionale, ma ha innescato una vera e propria crisi personale, sfociata in un periodo di depressione. L’ex laterale dei doriani ha descritto il forte impatto emotivo causato dall’improvvisa assenza del calcio di alto livello e dalle voci sulla sua condizione fisica.
«Quando mi sono ritirato ho avuto un momento di depressione… là ho avuto un crollo mentale. Trovarti in una normalità non era facile».
Un fattore scatenante, ha spiegato l’ex difensore, è stata l’etichetta di “malato cronico” affibbiatagli a causa dei numerosi infortuni subiti in carriera: «Senza Serie A, senza Serie B o LegaPro, quando mi dicono che sono malato cronico a causa degli infortuni… là ho avuto un crollo mentale».
Le parole di Fabrizio Cacciatore offrono uno spaccato crudo sulla fragilità mentale degli atleti costretti a fermarsi, evidenziando le sfide psicologiche del post-carriera e la difficoltà di gestione di un’identità messa in discussione da problemi fisici.