Fabio Grosso: «Sono un esordiente in Serie A, con il Sassuolo mi sento pronto. A Conte chiesi di non convocarmi… Il rigore del 2006? Le parole non rendono le emozioni» | OneFootball

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·15 de julho de 2025

Fabio Grosso: «Sono un esordiente in Serie A, con il Sassuolo mi sento pronto. A Conte chiesi di non convocarmi… Il rigore del 2006? Le parole non rendono le emozioni»

Imagem do artigo:Fabio Grosso: «Sono un esordiente in Serie A, con il Sassuolo mi sento pronto. A Conte chiesi di non convocarmi… Il rigore del 2006? Le parole non rendono le emozioni»

Le parole di Fabio Grosso, tecnico del Sassuolo, in vista della prossima stagione dopo la promozione conquistata con i neroverdi

Un eroe mondiale che si è riscoperto Re della Serie B: Fabio Grosso ha compiuto la sua missione, ha preso il Sassuolo dopo un’amara retrocessione e, al primo tentativo, lo ha riportato in Serie A, vincendo il campionato cadetto. Un’impresa che bissa quella già realizzata con il Frosinone e che lo consacra come uno degli allenatori più preparati e affidabili del panorama italiano, un maestro nel costruire gruppi solidi e nel gestire le pressioni di un torneo lungo e logorante. Ma la festa per la promozione è già finita. Ora per Grosso inizia la sfida più grande: dimostrare di essere un tecnico vincente anche nella massima serie, trasformando il suo Sassuolo in una solida e ambiziosa realtà della Serie A. In una lunga intervista concessa oggi a La Gazzetta dello Sport, l’allenatore neroverde si racconta, tracciando un bilancio e lanciando la sfida al futuro.

SETTE SQUADRE DA ALLENATORE – «Io ne conto otto perché l’esperienza nella Primavera della Juve mi ha aiutato tantissimo. Negli anni sono migliorato, con la consapevolezza che se ti metti alla prova, ti autocritichi e ti stimoli sicuramente fai qualche passo in avanti. Mi piacciono le sfide, anche quando sembrano perse in partenza».


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PERCHÉ HA SCELTO DI RESTARE A SASSUOLO – «A Frosinone avevo un rapporto splendido con il direttore Angelozzi e anche con il presidente, ma alcune piccole cose mi avevano fatto riflettere e dopo due anni e mezzo sentivo che era giusto cambiare. Ascolto molto le mie sensazioni, mi faccio venire i dubbi, rifletto, mi confronto e poi decido. Al Sassuolo sono pronto per la A».

I PRINCIPI DI GIOCO – «Vado oltre l’aspetto tecnico o tattico. Voglio vedere una squadra che abbia il coraggio di rimanere dentro le partite e di resistere alle difficoltà. La montagna è alta, ma passo dopo passo si arriva in cima. A patto che, dopo ogni caduta, ci si sappia rialzare. Non mi preoccupano i momenti negativi, che saranno tanti. Ma bisogna ricavarne la forza da sfruttare nei periodi positivi. Dal punto di vista tattico, gioco con quattro difensori e tre giocatori offensivi, poi vedremo. Debuttiamo in casa con il Napoli: subito grandi difficoltà e la possibilità di dimostrare come vogliamo affrontarle».

IL DEBUTTO CONTRO CONTE, SUO MISTER ALLA JUVE – «Dopo un paio di presenze finii in tribuna: all’epoca le panchine non erano ancora allargate. Ci confrontammo, io non sentivo più una motivazione fortissima, gli chiesi di non convocarmi in trasferta se dovevo andare in tribuna, lui fu d’accordo con me. Però con Antonio il rapporto era ottimo».

IL RICORDO DEL 9 LUGLIO 2006 – «Subito dopo quel rigore alla Francia qualcuno mi disse: “Il tempo ti farà capire quanto è stato bello”. Ed è proprio così. Le parole non rendono le emozioni che ancora provo. A Rino faccio solo un grande in bocca al lupo. Le qualità per fare bene ci sono e lui le tirerà fuori».

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