🔥 Fabregas: “No all’Inter? Mi mangio tutto e tutti per il Como, andremo a vincere! Torna Diao” | OneFootball

🔥 Fabregas: “No all’Inter? Mi mangio tutto e tutti per il Como, andremo a vincere! Torna Diao” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: PianetaChampions

PianetaChampions

·05 de dezembro de 2025

🔥 Fabregas: “No all’Inter? Mi mangio tutto e tutti per il Como, andremo a vincere! Torna Diao”

Imagem do artigo:🔥 Fabregas: “No all’Inter? Mi mangio tutto e tutti per il Como, andremo a vincere! Torna Diao”

Cesc Fabregas, tecnico del Como, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia dell’attesissimo match di San Siro contro l’Inter. Ecco quanto ripreso da TMW:

Presentiamo la partita contro l’Inter… “Non siamo noi la squadra che mette paura all’Inter. Hanno giocato tantissime partite, due finali di Champions League… quindi noi giocheremo la nostra partita, giocheremo le nostre carte e proveremo a vincere. Non vedo un’altra strada, con la consapevolezza però che giocheremo contro una squadra top, molto forte. Poi con tutte le nostre ambizioni per fare il nostro gioco”.


Vídeos OneFootball


Quanto si è ridotto il gap rispetto all’ultima partita di maggio? “Poco. Capisco la domanda, ma manteniamo umiltà, piedi per terra. Siamo giovani, dobbiamo imparare ancora tanti cose. Vogliamo imparare a trovare questo tipo di serate, serate di Champions, che va al campo dell’Atletico Madrid e fa una grandissima partita anche se ha perso. Ma il calcio è così. L’80% della squadra che giocherà domani lo fa da 11 anni, noi no. Però i ragazzi hanno un’attitudine importante, domani per noi è una partita importante, per vedere dove siamo in questo momento”.

Non possiamo dimenticare il no di Fabregas all’Inter in estate. Ma affronta una squadra che avrebbe voluto averla… “Non parlerò di questo, non mi interessa ora. Mi fa male questa domanda, per l’emozione. Io sono al Como, mi mangio tutto e tutti per il Como. Andremo a vincere la partita, per fare una grande prestazione e continuare a crescere e niente di più. Io non sono quello: ‘È successo questo, ora sono più debole’. No, io faccio il lavoro che faccio. L’Inter ha una grandissima squadra e un grandissimo allenatore, con dirigenti pure. Vado tantissimo a San Siro a vedere l’Inter in Champions, perché loro sono la squadra più forte. Qua non c’è vergogna per questo. Io ammiravo l’Inter di Inzaghi, chiudono gli occhi e tutti sanno dove sono. Non c’è vergogna nel dire che li analizziamo, ma noi vogliamo fare la migliore partita del mondo. Vogliamo fare una partitona”.

Capello ha detto che il Milan potrebbe essere favorito per lo Scudetto senza coppe. E questo potrebbe favorire anche il Como… “Volete che andiamo a vincere lo Scudetto? Non faccio finta di niente, mi piace solo preparare le partite. Siamo in un contesto in cui mi piace spendere tanto tempo con i ragazzi, ma ho dovuto mandarli via oggi. Io voglio fare sempre di più, martellare su una cosa o sull’altra, ma siamo dentro un processo. Dobbiamo crescere tanto, tanti ragazzi hanno cominciato a giocare adesso. Abbiamo 14 punti in più dell’anno scorso? Facciamo bene in difesa? Sì, ma non mi lascio andare. Non sono più bravo se vinco e non sono peggio se perdo. Dobbiamo crescere di mentalità. Le pagelle? Io le faccio alla fine. Faccio fatica a risponderti su questa cosa di Capello. L’Europa? Non è il momento di parlare di questo, ma dell’Inter, perché è un esame molto importante. Niente paura, rispetto massimo, ma cerchiamo di far fare loro una partita scomoda. Poi il risultato sarà quel che sarà, però domani la squadra darà tutto”.

L’Inter ha subito tanti gol, ma con pochi expected goal a sfavore. “Io penso che l’Inter, nei parametri che analizziamo noi, sia la più forte in tutto. Poi vedo tante parate dei portieri, tra Inter e Milan, e dico ‘wow’. La cosa più importante per le grandi squadre è che hanno giocatori di livello top. Quando è così, la cosa peggiore che può succedere è avere una squadra che viene a rompermi le scatole. Quindi noi proviamo ad essere delle zanzare e vediamo dove si arriva”.

Si dice effetto farfalla, efecto mariposa. Quanto tempo si impiega a capire il suo calcio ed entrare nelle sue dinamiche? “Non c’è mai un tempo. Dipende dal tipo di giocatori, da dove ti trovi. Se arrivi in una società con gente che lavora da 20 anni, con 40mila allenatori e loro sono sempre là… queste sono le persone più pericolose. Se questo ambiente non vuole che tu faccia bene, ti massacrano. Fanno casino, iniziano a parlare e ti mettono cose nella testa. Noi abbiamo creato un contesto sano. Io credo molto nella convinzione dell’allenatore. Noi qui abbiamo cambiato tanti giocatori, l’adattamento è stato abbastanza veloce, ma non voglio dire che si fa peggio o meglio. Aiutiamo a migliorare sempre. In Serie B ho messo un numero dietro di me, dovevamo andare nel massimo campionato e arrivare primi. Iovine era impressionato ad esempio. Io sono arrivato con la convinzione di vincere il campionato, con numeri forti e un’idea specifica. E all’inizio c’erano dei fischi. Se tu cambi dopo questo… è la morte di un allenatore. Noi stiamo migliorando e crescendo. Però credo che se vai in un posto, credo tu pensi che puoi fare bene. Il contesto è molto importante, così come il potere per cambiare la gente”.

Domani 5mila tifosi a San Siro. “Domani guarderò il terzo anello e sentirò orgoglio. Se lo meritano, di godersi partite così e portare qualcosa a loro. I giocatori sentiranno il loro appoggio, aiutano sempre la squadra”.

Come sta la squadra dal punto di vista fisico e mentale? “Bene. I ragazzi non si fanno trovare nervosi in questo tipo di partite. Sono un grande gruppo, i ragazzi di 20-21-22 anni che si mettono insieme e fanno gruppo… mi divertono. Devono farmi vedere cosa possiamo fare con la squadra. Lavorano seriamente. Noi dobbiamo fare quasi la partita perfetta. Poi Sergi Roberto malato, Diao torna, Dossena è già in gruppo e fa l’80% di allenamento. Goldaniga fuori”.

Come si fa a tenere i ragazzi con la testa puntata per terra? Come fa un allenatore a farlo capire ai giocatori, di non montarsi la testa? “Queste cose tu le senti. Noi facciamo tante analisi, anche di comportamento, parliamo con le loro famiglie e con gente che ha lavorato con loro. C’è tanta informazione e proviamo a non portare qui una testa di… Se si sbaglia e succede, si cerca di risolvere velocemente. Serve trovare sempre energia, allenarsi sempre al massimo. Quella fatica mentale di continuare. Io non penso comunque che i ragazzi siano meglio di quello che sono, ma giovani al punto da portarli al top possibilmente”.

Scontro epocale domani. È più preoccupato dei giocatori che hanno o del 3-5-2? “Un po’ tutto. La prima cosa è la qualità dei giocatori. Si vede quando giocano loro. Che gli puoi dire a Bastoni e Dimarco? Se giocano insieme da 5 anni, giocano da soli. La cosa importante è chi sono i più forti, e loro all’Inter sono tanti, praticamente tutti. Puoi rischiare ad andare a pressare contro una squadra così. Noi dobbiamo sapere domani che ci saranno momenti per fare cose top, ma gli altri saranno bravi. E dovremo gestire l’emozione. Non è un problema, dobbiamo abituarci a giocare contro questo tipo di squadre. Questo è un livello top, se vogliamo esserlo noi dobbiamo farlo. L’ho preparata in modo diverso rispetto all’anno scorso, l’anno scorso mancava un po’ di talento. Penso che l’anno scorso alcune volte abbiamo cambiato un po’ per dare stabilità al gruppo, quest’anno abbiamo fatto bene in estate. Domani è una grandissima opportunità per essere noi, giocare con tutta la nostra forza”.

Quali sarebbero i giocatori più funzionali per il tuo gioco? “Non mi piace tanto dire nomi. Sono un grande fan di Lautaro, Dimarco, Sucic lo sento mio. Era già tutto fatto con lui, l’anno scorso abbiamo provato a portare Luis Henrique, significa che abbiamo buoni occhi. Io sono un grande fan di questo giocatore, per la sua personalità calcistica. Come Calhanoglu e Dimarco. Se li pressi, si sentono la migliore squadra del mondo.

TMW – Diao come sta? E la Federazione ha ribattuto a quanto avete detto che era andato là non infortunato… “Lui è molto giovane, tante pressioni che le arrivano e gli fanno girare la testa. Ho capito che ci sono altri interessi, che non c’entrano con la nostra società e dobbiamo gestirlo al momento giusto. Ha sofferto un po’, dopo le mie parole qua. Ho parlato un po’ di questo, non lo voglio mettere in difficoltà ma sa bene la mia opinione. Vediamo che succede. La cosa più importante è che ritorna con noi e può essere un’arma importante. Non c’entra l’Arabia…”.

Questa settimana tesa come l’ha portata a casa? “Solo per i biglietti, perché mio figlio vuole andare. Non parlo molto di calcio a casa. Con mio figlio sì, gli piacciono le cose, parliamo anche di FIFA. Però no, la figlia non sa niente”.

Designazione di Di Bello, dopo Como-Cremonese e l’espulsione di Jesus Rodriguez. E anche la sua… “L’arbitro? Sinceramente non ne parlo e non guardo mai chi c’è. Alcune volte inizia la partita e non so nemmeno chi sia”.

Domani può essere la partita di Morata? “Speriamo tutti che possa sbloccarsi. Se non gioca, lui sarà il primo ad essere molto contento se prenderemo una vittoria da San Siro. È importante per noi, deve fare il salto, sono convinto di quello che vedo da lui però

Saiba mais sobre o veículo