Galli: «Juve-Milan? Ecco il mio pronostico, critiche a Pioli eccessive. Vi racconto il mio calcio eretico» – ESCLUSIVA  | OneFootball

Galli: «Juve-Milan? Ecco il mio pronostico, critiche a Pioli eccessive. Vi racconto il mio calcio eretico» – ESCLUSIVA  | OneFootball

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Calcionews24

·27 de abril de 2024

Galli: «Juve-Milan? Ecco il mio pronostico, critiche a Pioli eccessive. Vi racconto il mio calcio eretico» – ESCLUSIVA 

Imagem do artigo:Galli: «Juve-Milan? Ecco il mio pronostico, critiche a Pioli eccessive. Vi racconto il mio calcio eretico» – ESCLUSIVA 

Filippo Galli ha fotografato Juve-Milan, dalle ambizioni allo stato di salute delle due squadre, il commento poi sul suo nuovo libro

Un match che vale una stagione. Juve-Milan si incontreranno alle 18 sul terreno di gioco dell’Allianz Stadium. In palio non ci sono trofei, né particolari obiettivi (entrambe le squadre sono prossime al raggiungimento della quota Champions). C’è però – e siamo certi ben lo sapranno Massimiliano Allegri e Stefano Pioli – la volontà di conquistare il secondo posto e dare così una piccola-grande soddisfazione ai rispettivi tifosi dopo una stagione condotta alle spalle della impareggiabile Inter.

Proprio in previsione della gara in programma nel capoluogo piemontese, per Calcionews24 abbiamo avuto il privilegio di intervistare Filippo Galli. Il pluridecorato calciatore ha fotografato per noi ai raggi x la partita sull’asse Milano-Torino. Spazio poi anche al nuovissimo libro dell’ex rossonero: ‘Il mio calcio eretico’. Fatica letteraria figlia di decenni vissuti da protagonista all’interno del mondo del pallone: da giocatore prima, allenatore e direttore del settore giovanile in quel di Milanello poi.


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Buongiorno Filippo, iniziamo subito da Juve-Milan. Come arrivano le due squadre all’appuntamento? Entrambe sono reduci da momenti difficili cercheranno di battere un colpo…

«La Juventus ci arriva meglio del Milan, arriva dopo aver conquistato una finale di Coppa Italia. Credo che questo generi energia positiva. Il Milan arriva da una eliminazione in Europa League ed una sconfitta nel derby invece. Quindi dal punto di vista degli equilibri emotivi la Juventus è in vantaggi.

Il Milan è chiamato ad una scossa, ma non sarà facile. I rossoneri sono una squadra rimaneggiata, specialmente dal punto di vista difensivo e giocheranno fuori casa, quindi non sarà facile. Però c’è da tenere la Juventus distante dal secondo posto. Quindi le motivazioni non mancano, vedremo se il Milan troverà le energie nervose ancor prima che quelle atletiche».

Negli ultimi giorni Stefano Pioli è stato sommerso dalle critiche per il derby perso con i ‘cugini’ dell’Inter. Come reputa i giudizi sul tecnico del Milan?

«Ho esposto la mia posizione anche tramite un articolo di Luca Serafini sul mio blog. Spiace questo accanimento, questo livore nei confronti di Pioli. Ovviamente l’allenatore ha le sue responsabilità. Ma le responsabilità vanno sempre divise con giocatori e componenti varie della società. Ognuno in piccola parte ha delle responsabilità quindi. Però, ecco, questo accanimento sinceramente non mi piace. Non è bello e credo che Pioli come persona e come allenatore non lo meriti. Non dimentichiamo che ha portato il Milan allo scudetto e quest’anno comunque lotta per il secondo posto in classifica»

A proposito della classifica, Juve e Milan non sono mai riuscite a mettere concretamente in difficoltà l’Inter. Hanno qualcosa da rimproverare per questo? O il gap con i nerazzurri era tale da non poter essere colmato?

«Credo che il gap si sia acuito strada facendo. L’Inter ha acquisito consapevolezza della propria forza. Mentre le altre attraverso le difficoltà si sono piano piano smarrite. Prima il Milan e poi anche la Juventus hanno perso terreno prezioso. Negli ultimi mesi il Milan è riuscito ad approfittare di una rallentamento della Juve…vedremo adesso cosa succederà in queste ultime cinque partite. Potrà essere un traguardo minimo questo certo, ma il secondo posto credo sia ora l’obbiettivo di entrambi i club».

Ci avviciniamo all’estate e in sede di calciomercato l’Inter sembrerebbe aver già messo le cose in chiaro. Juve e Milan riusciranno a dire la loro? Il ‘rischio’ è che i nerazzurri aprano un ciclo..

«L’Inter ora è appetita da tutti i giocatori, o almeno questa è la mia supposizione. Chiaramente una squadra che ha vinto il campionato, che parteciperà alla Champions League e sembra avere risorse infinite…credo possa attrarre i giocatori. Però io – fossi un calciatore ora – non disdegnerei il fatto di arrivare al Milan e alla Juve: in entrambe le squadre c’è voglia di rilancio. Si parte da una posizione di underdog tra virgolette, quindi questo potrebbe essere uno stimolo. La volontà di riportare il Milan o la Juventus alla vittoria in campionato».

Veniamo al suo libro. Il titolo è perlomeno perentorio…perchè ‘Il mio calcio eretico’?

«È un termine forte, in senso calcistico. Essere eretico secondo me vuol dire non fermarsi al sapere definito. Al conosciuto che è dato per sempre e dato da una serie di consuetudini. Il famoso: ‘si fa’ così perché si è sempre fatto così’ che è tipico del mondo del calcio ad esempio. Si fa fatica ad abbracciare il nuovo e l’innovazione, il cambiamento. Il cambiamento fa paura, quindi si rimane nella zona di comfort. Ecco, il titolo viene da qui. Insieme ai miei colleghi abbiamo cercato di portare pensieri nuovi. Relativi all’apprendimento e agli aspetti pedagogici. È frutto di un percorso nel settore giovanile e legato all’importanza di fare formazione sui ragazzi e ancor prima sulle. Sui ragazzi e le ragazze naturalmente, visto che oggi il calcio femminile sta prendendo sempre più piede».

Quanto è importante un ambiente calcistico  ‘propositivo’ e fatto di sani principi per far crescere i futuri giocatori anche come persone?

«E’ importante certo, ma io non farei un discorso di buonissimo. Io parlo di essere all’interno di un percorso anche con coloro che non fanno parte del mondo del calcio. Perché i giovani sino a quando non saranno professionisti affermati sono ragazzi che devono vivere la loro quotidianità con i coetanei, anche quelli che non fanno calcio naturalmente. Io non sono per segregare all’interno di un contesto i ragazzi giocano a calcio in un club professionistico, dove devono frequentare esclusivamente ragazzi che giocano a calcio. Ma devono avere una vita il più possibile normale.

Si pensa sempre a quelli che sono arrivati grazie a sacrifici, anche grazie a vessazioni a volte. È pieno di racconti così nello sport. Di solito in questi casi si dice: ‘sono arrivati al successo grazie a questo’. Io invece dico: ‘sono arrivati al successo nonostante questo!’. Avere un ambiente a misura della loro età e che li accompagni è fondamentale. Anche perché la percentuale di quelli che arrivano effettivamente al professionismo è molto bassa. Quindi non possiamo pensare di crescere persone che poi non abbiano gli strumenti per entrare nella quotidianità, nel mondo del lavoro…che non sarà per forza quello lavorativo».

La vedremo il 9 maggio alla Mondadori in Duomo, conferma?

«Sì, esatto. Ci sarà la presentazione del libro. Con Luca Serafini a fare da moderatore».

Per concludere, torniamo su Juve Milan. Se la sente di regalarci il suo pronostico?

«Beh, ovviamente io mi auguro una vittoria del Milan (ride, ndr). Ma credo finirà con un pareggio».

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