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·19 de junho de 2025

Gattuso nuovo CT della Nazionale: “Un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza”

Imagem do artigo:Gattuso nuovo CT della Nazionale: “Un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza”

Una nuova era si apre per la Nazionale italiana di calcio. Dopo settimane di attesa e speculazioni, Gennaro Gattuso è stato ufficialmente presentato come nuovo Commissario Tecnico degli Azzurri. Il debutto del tecnico calabrese è avvenuto oggi all’Hotel Parco dei Principi di Roma, in una conferenza stampa affollata e carica di emozione. Al suo fianco il presidente della FIGC Gabriele Gravina e Gianluigi Buffon, team manager della Nazionale.

Durante l’incontro con i media, Gattuso ha espresso tutto il suo entusiasmo: “È un sogno che si avvera. So cosa significa indossare questa maglia e ora sento la responsabilità di guidare un gruppo che rappresenta un Paese intero. Spero di essere all’altezza del compito”. L’ex centrocampista, già campione del mondo nel 2006, ha anche parlato di valori, sacrificio e identità, promettendo una squadra compatta e coraggiosa. Ecco le sue parole:


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“E’ un sogno che si avvera, spero di essere all’altezza, so che il compito non è facile ma nella vita di facile non c’è nulla. C’è da lavorare ma sappiamo di poter fare un grande lavoro. Sento dire da anni che non c’è talento e non abbiamo giocatori: io credo ci siano, dobbiamo solo metterli nelle condizioni di esprimersi, con l’obiettivo di riportare l’Italia al Mondiale perché per il nostro calcio è fondamentale”.

Prima avevamo un’identità italiana. Ma ora il calcio è cambiato: cos’è ora?

“Quest’anno nel campionato italiano hanno giocato il 68% di stranieri e il 32% di italiani e questo dato ci deve fare riflettere. Dobbiamo dare la possibilità ai nostri giovani di crescere, il cambiamento è questo. Ritroviamo entusiasmo, la parola paura non deve esistere”.

Ha più la speranza o la convinzione di riportare l’Italia al Mondiale?

“La convinzione, perché abbiamo a disposizione giocatori importante, alcuni nei loro ruoli sono nei primi 10 al mondo. Abbiamo una squadra forte, ma ripeto: squadra. Non pensiamo ai singoli giocatori. Quando mi hanno chiamato non ho esitato un istante”.

Di cosa ha bisogno la nazionale?

“Entusiasmo, voglia, voglia di stare insieme ed essere uniti nelle difficoltà. Ho ben chiaro nella mia testa. Dobbiamo ricreare una famiglia, è la cosa più importante oltre a moduli e tattica. E’ la priorità”.

In Nazionale dovrai accettare qualche compromesso o sarai il Gattuso di sempre?

“Tutti pensano a Gattuso che corre, grinta… Io penso che le squadre che ho allenato hanno espresso un buon calcio. Mi hanno detto di non dirlo ma lo dico: oggi un Gattuso nella mia squadra, col casino che faceva, non lo metterei in campo, per come vedo ora il calcio. Mi piace aggiornarmi e parlare di calcio, so che calcio mi piace. Bisogna entrare nella testa dei giocatori, non tutti sono uguali. Oggi il calciatore è diverso, è molto più professionista: fanno solo più fatica a fare gruppo, non solo in nazionale”.

Quali saranno le prime parole che dirai ai tuoi giocatori?

“Quello che ho detto prima: creare una famiglia, provare a dirci le cose in faccia, perché nei momenti di difficoltà, e in campo le difficoltà ci sono in qualsiasi momento, quando ti senti solo e non senti la voce del compagno, diventa dura e 90 minuti sono interminabili. In questo momento dobbiamo riuscire a cambiare questo aspetto, di aiutarci, di dire anche le cose che qualcuno magari non vuole sentire, perché solo così si può crescere.”

Su che cosa sarà intransigente?

“Se non vedo i giocatori che vanno a 100 all’ora… Devono andare a 100 all’ora, bisogna far parlare il campo. Alcuni di loro li ho allenati in questi anni e sanno che per me quando inizia l’allenamento bisogna pedalare. Fuori dal campo, sinceramente non do importanza perché ognuno decide come comportarsi e non posso stare là a fare il sergente di ferro o il poliziotto”.

Quale messaggio o lezione di vita invii alla tua regione che è così orgogliosa di te?

“Io non devo dare nessuna lezione di vita, non sono così importante da darne a nessuno. La Calabria è una terra incredibile e la mia infanzia è stata bellissima. Dico sempre che quando sentivo l’inno, chiudevo gli occhi e sentivo la mamma che mi chiamava dal balcone quando giocavo partite infinite. È una terra bellissima e i giovani devono seguire la strada giusta, dello studio, e fare le persone perbene”.

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