Giovanni Albanese svela: «La Juventus è un cantiere aperto. Squadra viva e capace di reagire, ma l’altra faccia della medaglia è ancora più pesante». A cosa ha fatto riferimento! | OneFootball

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·23 de novembro de 2025

Giovanni Albanese svela: «La Juventus è un cantiere aperto. Squadra viva e capace di reagire, ma l’altra faccia della medaglia è ancora più pesante». A cosa ha fatto riferimento!

Imagem do artigo:Giovanni Albanese svela: «La Juventus è un cantiere aperto. Squadra viva e capace di reagire, ma l’altra faccia della medaglia è ancora più pesante». A cosa ha fatto riferimento!

Giovanni Albanese, giornalista, ha commentato così il pareggio della Juventus contro la Fiorentina. Queste le sue dichiarazioni

A Sportitalia, il giornalista Giovanni Albanese ha analizzato così il pareggio della Juve contro la Fiorentina. Le sue dichiarazioni.

PAROLE – «L’1-1 del Franchi racconta una squadra viva, capace di reagire, ma ancora lontana dall’identità che Luciano Spalletti cerca di imprimere da quando è approdato sulla panchina bianconera. Un risultato che non pesa solo sulla classifica, ma anche sulla percezione del percorso intrapreso.


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Il primo merito dell’allenatore è aver restituito ordine e una direzione tecnica precisa. La Juve prova a mantenere il pallino del gioco, costruisce dal basso, cerca trame pulite e movimenti sincronizzati. L’impronta è chiara: una squadra che vuole comandare, non reagire. Alcuni meccanismi offensivi iniziano a funzionare, e soprattutto si percepisce una crescita nella personalità del gruppo.

La mentalità è un altro punto a favore. Spalletti insiste sul concetto di carattere, a tratti la Juve risponde: mantiene compattezza, non si sfalda nelle difficoltà, prova sempre a giocare. È un passo avanti rispetto all’anonimato della scorsa stagione.

L’altra faccia della medaglia, però, è ancora pesante. A Firenze la Juventus ha peccato nella qualità dei passaggi, nella lucidità nelle scelte, nella pulizia tecnica nei momenti decisivi. Errori che non si addicono a una squadra che punta a rimanere stabilmente nell’élite. La manovra è spesso lenta, prevedibile, e la finalizzazione resta un problema cronico.

Vlahović alterna lampi e blackout, Yildiz fatica a trovare continuità, mentre il centrocampo non sempre garantisce verticalità. La sensazione è che la Juve produca molto meno di quanto dovrebbe rispetto al volume di possesso.

Sul piano difensivo permangono fragilità strutturali: la linea non sempre sale con i tempi giusti, le transizioni difensive restano un tallone d’Achille e alcuni blackout individuali pesano più del dovuto. Spalletti chiede attenzione e coraggio, ma la squadra spesso si inceppa.

Ora lo sguardo si sposta sulla Champions League, dove arriva una partita tutt’altro che banale contro il Bodo/Glimt. Una sfida che può sembrare abbordabile sulla carta, ma che nasconde insidie: il Bodo è squadra fisica, aggressiva, capace di attaccare in velocità e colpire sulle seconde palle. Esattamente il tipo di avversario che mette a nudo i limiti della Juventus attuale.

Per uscire indenne — e possibilmente con una vittoria obbligata per il percorso nel girone — serviranno intensità, precisione e soprattutto cinismo offensivo. Non basterà il possesso sterile, né un’interpretazione scolastica. Spalletti dovrà alzare il livello di aggressività, chiedere ai suoi maggiore velocità di pensiero e una maggiore presenza in area.

Il pareggio di Firenze non cambia la narrazione: la Juventus è un cantiere aperto, con luci promettenti ma ombre ancora profonde. Contro il Bodo si capirà se i bianconeri hanno iniziato a trasformare le idee in sostanza. Una vittoria darebbe slancio e conferme, un passo falso aprirebbe crepe difficili da gestire. La Juve di Spalletti è sulla strada giusta, ma ora servono fatti. E l’Europa non aspetta».

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