Juventusnews24
·17 de novembro de 2025
Haaland, che bordata a Mancini: «Dopo l’1-1 ha iniziato a toccarmi il sedere! Ma quell’episodio mi ha caricato e ho fatto 2 gol, quindi grazie a lui…»

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·17 de novembro de 2025

Una sconfitta pesante (4-1), l’umiliazione di San Siro e un retroscena che aggiunge la beffa al danno. L’Italia di Gennaro Gattuso chiude nel peggiore dei modi il suo girone di qualificazione ai Mondiali 2026, travolta dalla Norvegia capolista. A infierire, non solo sul campo ma anche nel post-partita, è stato il mattatore del match, Erling Haaland, che ha raccontato un “curioso” episodio che lo ha visto protagonista con il difensore azzurro Gianluca Mancini.
Il fuoriclasse del Manchester City Erling Haaland – autore di una doppietta devastante – ha rivelato ai media un tentativo di provocazione da parte del centrale italiano. L’episodio sarebbe avvenuto in un momento di alta tensione della gara, dopo il momentaneo 1-1.
«Dopo l’1-1, Mancini ha iniziato a toccarmi il sedere», ha dichiarato il bomber scandinavo. Un gesto decisamente antisportivo, mirato a innervosirlo e a fargli perdere la concentrazione. «Io ho pensato ‘Ma che sta facendo?’».
Ma la mossa, secondo il racconto di Haaland, ha avuto l’effetto diametralmente opposto. Invece di destabilizzare il centravanti, lo ha acceso. «Quell’episodio mi ha caricato e allora gli ho detto ‘Grazie per la motivazione’». Un ringraziamento sarcastico che ha preceduto la tempesta.
Da quel momento, Haaland si è scatenato. Ha preso in mano la sua nazionale e ha segnato la doppietta che, insieme alle altre reti, ha fissato il punteggio sul pesante 4-1 finale. «Alla fine ho segnato 2 goal e la Norvegia ha vinto 4-1. Quindi, grazie a lui», ha chiosato il norvegese, chiudendo con una stoccata velenosa.
Una serata da incubo per l’Italia. Gennaro Gattuso, già matematicamente condannato ai playoff prima ancora di giocare (la Norvegia era già certa del primo posto), deve ora gestire non solo una sconfitta umiliante davanti al pubblico di casa, ma anche questo retroscena che evidenzia il nervosismo di una squadra apparsa fragile.









































