Inter News 24
·16 de outubro de 2025
Hernanes meteorologo della Serie A: «L’Inter ha già superato l’inverno, la Juve è coperta di nuvole»

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·16 de outubro de 2025
L’ex centrocampista dell’Inter, Hernanes, soprannominato Il Profeta, ha usato una metafora curiosa e poetica per analizzare le principali squadre di Serie A prossima ad entrare nella settima giornata, paragonandole alle diverse fasi del cielo. Intervistato in occasione di un evento televisivo, il brasiliano ha descritto l’andamento del campionato come una sorta di “previsione meteo calcistica”, con immagini vivide e significative.
SULL’INTER E IL MILAN – «In cima alla classifica vedo l’Inter, perché è la squadra che gioca il calcio più chiaro, più maturo. Hanno già superato l’inverno, il sole è in alto come mezzogiorno. A fianco c’è il Milan, vedo tanta luce come nell’alba, il sole sta per sorgere. Con la squadra e con l’allenatore esperto che hanno, manca il gol di Giménez. Perché se hai un attaccante che segna, fra poco diventerà il cielo ancora più chiaro».
SUL NAPOLI – «Vedo un cielo molto bello. Però è il cielo della golden hour, il sole è già tramontato. La gloria, i risultati, le vittorie che vediamo sono frutto di quello che hanno costruito nel passato. Devono trovare di nuovo una nuova energia e una nuova quadratura per quest’anno».
ROMA E SULL’ATALANTA – «La Roma? Il sole brilla. Però è come il sole del mare di Roma, bello, molto bello, però non so se sopporterà l’autunno e l’inverno che sta per arrivare. Hanno un punto di riferimento molto potente, che è il Gasp, il generale, il comandante. Vediamo l’Atalanta, un bel cielo, dopo la tempesta che è andata via, l’addio di Gasp dopo 9 anni. Pensavamo che sarebbe andata peggio, e invece c’è un sole. Il sole è la rosa, giocatori fortissimi, ha fatto veramente un bel lavoro in questo inizio».
JUVENTUS E SUL BOLOGNA – «Poi vediamo la Juve, guardiamo la classifica e vediamo luce, però è come questo cielo. Sappiamo che il sole c’è, però è veramente coperto di nuvole. Nuvole di cosa? Di confusione, non sappiamo chi è l’attaccante che gioca, non sappiamo chi è l’attaccante che segna. Poi vediamo il Bologna. È rimasto l’allenatore, sono rimasti i suoi giocatori più importanti, Orsolini e Castro. E quindi sono lì, al loro posto».