Calcionews24
·03 de junho de 2025
Il calcio italiano visto dalla Francia: tra «commedia dell’arte» e riscatto mancato. Ma prima di Psg Inter 5-0 erano loro che non esistevano in Europa…

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La notte di Monaco di Baviera, con il Paris Saint-Germain che ha travolto l’Inter per 5-0 nella finale di Champions League, ha scosso le fondamenta del calcio italiano, ma ha soprattutto offerto una sponda inattesa alla narrazione francese. Il risultato storico, il più ampio mai registrato in una finale della massima competizione europea, è stato subito brandito dai media d’oltralpe come una certificazione inequivocabile: il calcio italiano è in crisi profonda, mentre la Ligue 1, forte del trionfo parigino, si proietta verso un futuro radioso.
L’affondo di So Foot: la Serie A come «commedia dell’arte»
Il primo, e forse più provocatorio, affondo è arrivato dal mensile So Foot, che non ha usato mezzi termini per descrivere la finale come una «vergogna intergalattica davanti a milioni di spettatori». La rivista ha lanciato un atto d’accusa contro la Serie A, definendola ironicamente «il campionato che sognava di essere la Ligue 1». Invece, secondo la visione francese, il campionato italiano sarebbe diventato la «commedia dell’arte», un luogo dove tutto è simulazione e dove si cerca di far credere che giocatori come Retegui o Kean siano dei «fuoriclasse».
Le critiche di So Foot si basano su dati concreti: il tempo di gioco effettivo, ad esempio, dove la Serie A si attesta su 53’36” contro i 56’40” della Ligue 1, a dimostrazione di un calcio più interrotto e meno fluido. La rivista ha anche evidenziato la media gol più alta del campionato francese (2,97 a partita contro i 2,54 della Serie A), suggerendo un calcio più spettacolare e divertente. «Gli innamorati del calcio lo sanno», ha sentenziato il mensile, «Non è guardando la Serie A che ci si diverte».
L’analisi francese non si è limitata al campo, ma ha toccato infrastrutture e prestigio. Gli stadi italiani sono stati definiti una «vergogna» dallo stesso Ceferin, mentre gli impianti francesi, da Parigi a Lione, sono considerati «dei gioielli».
Per So Foot, l’Italia non apparterrebbe più al «Big Four» del calcio europeo (Inghilterra, Spagna, Germania), un posto che invece la Francia si rivendica con forza, forte del successo del PSG. La fuga di talenti, come Kvaratskhelia che ha lasciato il Napoli nonostante la lotta scudetto, è stata citata come ulteriore prova che «l’Italia non aveva più argomenti per trattenerlo».
La replica italiana: tra orgoglio e dati scomodi
Tuttavia, la narrazione francese, pur pungente, non è esente da contraddizioni e semplificazioni. La risposta italiana, seppur ferita, non ha tardato a sottolineare alcune verità scomode. Il trionfo in Champions League, sebbene storico per il calcio francese, è stato ottenuto dal Paris Saint-Germain, una squadra di proprietà di un fondo sovrano del Qatar, più che un prodotto del movimento calcistico francese in senso stretto.Inoltre, è bene ricordare che l’ultima Champions League vinta dalla «Francia» prima di questo successo risaliva a ben 32 anni fa (l’Olympique Marsiglia nel 1993), mentre in quello stesso lasso di tempo, l’«Italia» ha conquistato la coppa per ben cinque volte. Questo dato storico ridimensiona la presunta supremazia francese nel lungo periodo.La Ligue 1, pur vantando un calcio veloce e fisico, non è immune da problemi strutturali, in primis il crollo dei diritti televisivi che l’ha messa in ginocchio. La rivendicazione di essere una fucina di giovani talenti si scontra con la realtà che molti di questi, appena possono, «scappano all’estero», e in particolare proprio in Italia, che dal 2020 è diventata la loro seconda destinazione assoluta, con un aumento del 44% nei trasferimenti. Questo suggerisce che, nonostante le critiche, la Serie A mantiene un certo appeal e una capacità di attrarre e valorizzare giovani promesse.Un dibattito acceso e un futuro incertoLa sconfitta per 5-0 dell’Inter ha fornito alla Francia un’occasione per ribadire la propria ascesa e la presunta crisi del calcio italiano. Tuttavia, l’analisi più lucida rivela un quadro più complesso, dove entrambe le leghe presentano punti di forza e vulnerabilità. Se la Serie A deve affrontare problemi strutturali e rinnovare la propria immagine, la Ligue 1 deve dimostrare che il successo del PSG non è un’illusione isolata, ma il segno di una crescita sistemica. La finale di Monaco, dunque, non è solo una sconfitta per l’Inter, ma un catalizzatore per un dibattito più ampio sul futuro del calcio europeo, dove le gerarchie sono in costante evoluzione e le narrazioni nazionali si scontrano con la dura realtà del campo e del mercato.