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·30 de setembro de 2025

Il piano della FIGC: rivoluzione arbitri con CAN indipendente

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Al centro del dibattito in corso in FIGC c’è anche l’indipendenza degli arbitri dall’AIA, l’Associazione degli Arbitri che vede sotto di sé tutte le sezioni che compongono le varie CAN, da quella di Serie A alla C, passando per il campionato cadetto.

Si tratta di una proposta del presidente federale Gabriele Gravina che punta a creare una società indipendente, con la partecipazione della Federcalcio, insieme alla Lega di A e di B, per rispondere alle esigenze che gli stessi arbitri di vertice avrebbero manifestato, professionalizzando un ruolo che negli anni è cambiato tantissimo.


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Le esigenze dei fischietti italiani sarebbero di tipo economico e organizzativo perché nell’idea di Gravina c’è quella di creare una struttura che mantenga l’autonomia tecnica degli arbitri, affiancando una realtà operativa tecnica, organizzativa e di marketing, anche per liberare nuove risorse da impiegare nello sviluppo della categoria. Nella società, dunque, confluirebbe l’attuale organico della CAN (arbitri, assistenti e Vmo) e in cima vedrebbe un direttore generale con un coordinatore (o designatore) che sarà un arbitro proprio per il discorso di lasciare ai fischietti l’ambito tecnico e di formazione.

Dalla CAN C, poi, continuerebbero a salirebbero gli arbitri da promuovere, ma senza un’obbligatorietà di doverne prendere un numero prestabilito, ma solo quelli che il coordinatore della società riterrà opportuni. Dunque una proposta in linea con quanto sta succedendo anche in Europa, nonostante mantenga qualche differenza, perché ad esempio nella Pgmol inglese a comandare è solo la Premier League, mentre nel caso italiano ci sarebbe la partecipazione di FIGC, Lega di A e B.

Le componenti, intanto, hanno ascoltato e, fatto salvo per l’AIA, si sono dette favorevoli a intraprendere un percorso che dovrà necessariamente essere approfondito nelle prossime settimane. Dal canto suo l’associazione arbitri per ora si limita ad ascoltare e aspettare degli atti formali, definendo il tutto ancora «allo stato embrionale». Ma il comunicato di qualche giorno fa era stato abbastanza netto perché smentiva con fermezza «qualsiasi volontà, da parte dell’associazione o dei suoi associati, di intraprendere percorsi di riforma che non prevedano il mantenimento della centralità tecnica e gestionale dell’AIA».

Si continua a discutere, visto che si è in una fase iniziale come confermato dalle parti, ma il primo appuntamento importante è fissato per metà ottobre quando si svolgerà il Consiglio federale, ma anche per allora si pensa possa essere troppo presto per una riforma arbitrale che Gravina vuole concludere al più presto, ma che abbia tutti i tasselli al posto giusto.

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