Immobile: “Mi sento un ragazzino, con Italiano grande chiarezza fin da subito. Bologna squadra collaudata e circondata da un amore speciale” | OneFootball

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·23 de julho de 2025

Immobile: “Mi sento un ragazzino, con Italiano grande chiarezza fin da subito. Bologna squadra collaudata e circondata da un amore speciale”

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Questa sera, direttamente nel ritiro del Bologna a Valles, Ciro Immobile è stato intervistato da Sky Sport e ha raccontato i suoi primi dieci giorni da calciatore rossoblù, palesando un entusiasmo coinvolgente oltre alla consueta simpatia. Di seguito, suddivise per argomenti principali, tutte le dichiarazioni del centravanti classe 1990.


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Nuovo inizio – «Sono ripartito con l’entusiasmo di un ragazzino, quello stesso entusiasmo bello e contagioso che sto avvertendo qui attorno a noi in ritiro. Bologna per me è proprio questo, una ripartenza: avevo bisogno di tornare a sentire un certo tipo di calore per avere nuovi stimoli».

Un incontro speciale – «Ritrovarsi Gianni Morandi a seguire l’allenamento: credo non esista una cosa più italiana di questa (sorride, ndr). È stata una grande emozione stringergli la mano e scambiare due chiacchiere con lui, ci siamo salutati con grande piacere».

Ottime impressioni – «Il Bologna è una squadra collaudata, si vede molto il lavoro di mister Italiano e del suo staff: quanto fatto negli ultimi anni è positivo. Inoltre mi hanno colpito particolarmente la protezione e l’amore delle persone che lavorano per questo club, fanno di tutto per farti sentire a tuo agio».

La qualità non ha età – «Sono andato alla ricerca di una soluzione che potesse darmi gioia e soddisfazioni, senza pensare ai miei anni. Ho sempre creduto che tramite il lavoro e gli obiettivi personali e di squadra si possano raggiungere risultati notevoli. Mi sento bene e credo che l’importante sia mantenere la mente lucida, questo aiuta anche ad evitare problemi fisici».

Un Italiano vero – «Fin dai primi confronti il mister mi è parso una persona molto sincera: mi ha elencato le sue preoccupazioni, non a livello tecnico ma legate magari a tutto ciò che significa ingresso di un nuovo giocatore in gruppo coeso, collaudato e senza particolari dualismi. Mi ha fatto piacere poter parlare delle potenziali difficoltà, ci siamo portato avanti sotto questo punto di vista».

Sogno azzurro – «Gattuso non deve chiamarmi (sorride, ndr), deve vedere se sto bene fisicamente, se faccio gol e se posso essere utile alla Nazionale. Le motivazioni, gli obiettivi e i sogni vanno coltivati, e con l’aiuto dei compagni di squadra si possono tagliare traguardi importanti».

Fame e ambizioni – «Per il Bologna è un anno importante e consacrarsi di nuovo in Europa sarebbe fondamentale: fare una bella stagione significherebbe confermarsi a certi livelli per la terza-quarta volta di fila e dimostrare un’ulteriore crescita. Non sarà facile, viste le tante squadre che si stanno attrezzando per tornare in alto, ma anche quella è stata una spinta che mi ha portato qua».

Che coppia con Bernardeschi – «Con Federico ci siamo sentiti spesso in quest’ultimo periodo ma non potevo dirlo perché ancora la trattativa con lui non era chiusa… Federico sta bene e al di là delle qualità tecniche, che tutti conosciamo, l’ho trovato molto motivato e in ottima forma, a parte un po’ di jet lg. L’unica diatriba l’abbiamo avuta per una casa che entrambi volevamo prendere, e alla fine l’ha spuntata lui (ride, ndr)».

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