Inter Lazio, Ruben Sosa ricorda: «Il mio cuore resta a Roma, ma in nerazzurro…. Il Flaminio era lo stadio più bello. Gazza? Un pazzo, ricordo questo» | OneFootball

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·06 de novembro de 2025

Inter Lazio, Ruben Sosa ricorda: «Il mio cuore resta a Roma, ma in nerazzurro…. Il Flaminio era lo stadio più bello. Gazza? Un pazzo, ricordo questo»

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Inter Lazio, Ruben Sosa ricorda: il doppio ex biancoceleste e nerazzurro ricorda il suo passato e parla della sfida di San Siro

A pochi giorni dal big match tra Inter e Lazio, in programma domenica sera a San Siro, l’ex attaccante Ruben Sosa, protagonista in entrambe le squadre negli anni ’90, è tornato a parlare del suo passato e del legame speciale con i tifosi biancocelesti. Ai microfoni di Radiosei, l’uruguaiano ha condiviso aneddoti, emozioni e ricordi, mostrando ancora grande affetto per la squadra della Capitale.

SUL LEGAME CON LA LAZIO – «Sono grato ancora oggi ai tifosi della Lazio, sono diventato il loro idolo. Non mancavano mai una festa con loro, ora è un dovere nostro stare con loro. Prima di andare all’Inter avrei voluto rinnovare ma mi dissero di no. Già avevano nelle mani un altro come Signori. La mia non era una grande Lazio, ma fu l’inizio di una Lazio più forte. Il mio cuore dice che la mia squadra è stata la Lazio, anche se i nerazzurri sono stati i più forti con cui ho giocato, vincendo anche una Coppa Uefa».


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SULLA SUA LAZIO – «Più forte la mia Lazio o quella di oggi? La mia, c’ero io, quel pazzo di Di Canio, Dezotti ed Amarildo, poi Riedle. Una bestia, un animale che saltava due metri, eravamo una grande coppia».

SUI RICORDI DEL FLAMINIO – «Lo stadio più bello in cui ho giocato è stato il Flaminio. Era piccolino, ma la gente stava vicino e si sentiva. Spero che la Lazio possa tornare a giocare lì. Qualche anno fa sono tornato a Roma ed ho visto le condizioni in cui è ora. Mi ha reso triste vederlo così abbandonato».

SU GAZZA – «Gazza? Era un pazzo, ricordo quando il mister Zoff gli chiese di scendere subito dalla stanza. Lui l’ha fatto, ma nudo. Grande matto e grande giocatore».

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