Juve, tra Comolli e Tudor non c’è complicità: la conferma estiva è stata ‘obbligata’. Le prime scelte per la panchina in realtà erano… | OneFootball

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·21 de outubro de 2025

Juve, tra Comolli e Tudor non c’è complicità: la conferma estiva è stata ‘obbligata’. Le prime scelte per la panchina in realtà erano…

Imagem do artigo:Juve, tra Comolli e Tudor non c’è complicità: la conferma estiva è stata ‘obbligata’. Le prime scelte per la panchina in realtà erano…

Juve, tra Comolli e Tudor non c’è complicità: la conferma estiva è stata ‘obbligata’ per questi motivi. Ma le prime scelte erano altre

Nonostante il confronto e la fiducia a tempoi rapporti tra Tudor e i vertici della Juve restano comunque freddi. La relazione tra l’allenatore e la dirigenza viene descritta come “niente più che professionale”, un segnale chiaro che indica l’assenza di un legame solido. Lo scrive Repubblica.

Alla base c’è una mancanza di fiducia o, per meglio dire, di complicità. Questa distanza nasce fin dall’origine dell’incarico del tecnico. Igor Tudor, infatti, non è un uomo di Comolli. La sua nomina non è stata una scelta convinta del nuovo direttore generale, ma quasi una necessità.


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Il tecnico croato era stato ingaggiato con un compito preciso: avrebbe dovuto soltanto traghettare la squadra fuori dalle secche e dalla confusione tattica in cui si era incagliata con la precedente gestione di Thiago Motta. Doveva essere una soluzione ponte, un normalizzatore.

Il suo destino è cambiato, ma non per meriti o per scelta dirigenziale. Damien Comolli è stato quasi costretto a confermarlo sulla panchina bianconera. Questa decisione è maturata non per stima, ma a causa di una serie di circostanze sfavorevoli per il club. In primis, i “no” ricevuti da Antonio Conte e Gian Piero Gasperini, che rappresentavano le prime scelte per la panchina. In secondo luogo, l’incombenza del Mondiale per Club si profilava all’orizzonte. Questa competizione così importante imponeva di prendere una decisione in tempi brevi, chiudendo la porta a una lunga ricerca e costringendo, di fatto, la società a proseguire con Tudor, pur senza la piena convinzione che emerge tra le righe.

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