La Juventus alle grandi manovre: Comolli nuovo AD e Chiellini in CdA? Intanto riduce pesantemente il rosso nel 2024/25 | OneFootball

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·20 de setembro de 2025

La Juventus alle grandi manovre: Comolli nuovo AD e Chiellini in CdA? Intanto riduce pesantemente il rosso nel 2024/25

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La Juventus svelerà i conti dell’annata 2024/25 nel corso del consiglio di amministrazione in programma venerdì 26 settembre a Torino, quando il board bianconero sarà chiamato a esaminare il bilancio della passata stagione. Secondo le stime di Calcio e Finanza, il club dovrebbe chiudere lo scorso esercizio con una perdita molto inferiore a quella pesantissima del 2023/24, visto che il rosso al 30 giugno 2025 dovrebbe attestarsi su qualche decina di milioni nei confronti del -199 milioni di euro segnato nella stagione precedente. Le analisi numeriche indicherebbero un rosso non lontano da 40-50 milioni di euro. Anche se però non sono da escludere possibili variazioni per via di alcune poste intercorse.

Non solo, ma il prossimo CdA potrebbe portare con sé nomine importanti all’interno della società come quella di Damien Comolli, fortemente indicato come nuovo amministratore delegato del club, e Giorgio Chiellini come membro del Consiglio d’Amministrazione. Inoltre, c’è la possibile uscita dell’attuale AD Maurizio Scanavino, che potrebbe venire ricollocato nella galassia Exor. Nel frattempo sullo sfondo c’è la questione del possibile aumento di capitale da 110/120 milioni di euro (di cui 30 milioni già versati da Exor negli scorsi mesi).


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I conti del bilancio bianconero al 30 giugno 2025

Entrando nello specifico e iniziando dalle stime sul bilancio 2024/25, va obbligatoriamente presa come punto di inizio la semestrale al 31 dicembre 2024. Questa si era chiusa in utile di 16,9 milioni di euro, però nel comunicato la società spiegava: “Alla data attuale il risultato operativo dell’esercizio 2024/2025, in assenza di eventi non ricorrenti, è previsto nel range del break-even”, intendendo il punto di pareggio operativo. In questo quadro partendo da zero come risultato della gestione caratteristica a quel tempo e considerando oneri finanziari e tasse, sarebbe stato ipotizzabile una perdita netta intorno ai 25/30 milioni a fine anno.

Nel corso dei mesi, però, sono avvenuti eventi non previsti che sono costati milioni alle casse bianconere. Il primo è stata la mancata qualificazione ottavi di Champions League (dopo l’eliminazione il 19 febbraio per mano del PSV Eindhoven) che era l’obiettivo minimo a livello sportivo previsto nel budget. Questa ha significato circa 13 milioni di mancati ricavi e di lì a poco (il 23 marzo) è giunto anche l’esonero dell’allenatore Thiago Motta. Decisione che ha comportato una spesa di circa 10 milioni considerando gli accantonamenti anticipati per il resto del contratto. Non a caso il 28 marzo, la Juventus scriveva che la mancata qualificazione agli ottavi e l’esonero di Motta “portano a un andamento trimestrale per l’esercizio in corso (il terzo trimestre 2024/25, ndr) differente rispetto alle precedenti previsioni nonché a maggiori margini di variabilità dei dati previsionali economici, finanziari e patrimoniali dell’esercizio corrente e di quello successivo”.

Per questi motivi il club preannunciò in quei giorni un possibile aumento di capitale fino a 110/120 milioni, con la controllante Exor (la holding detiene il 65% del capitale) che, al solito, ha svolto il suo compito non solo garantendo l’eventuale copertura dell’intero esborso qualora qualche azionista si dovesse tirare indietro, ma anche versando 30 milioni in due tranche tra marzo e giugno.

Tuttavia, la Juve spiegò in quel momento che “sulla base delle risultanze disponibili – pur con un andamento per trimestre differente rispetto a quello precedentemente ipotizzato – alla data odierna sono confermabili gli obiettivi di risultato operativo per l’esercizio in corso”. E va detto che su questo ottimismo, anche dopo l’eliminazione in Champions e il licenziamento dell’allenatore, ha influito la notizia che, tra il primo e il secondo comunicato, la FIFA ha ufficializzato le cifre dei premi per il Mondiale per Club con valori più alti rispetto alle iniziali stime della società: ricavi maggiori del previsto che hanno controbilanciato, quantomeno in parte, le spese legate all’esonero di Motta e i mancati incassi dalla Champions League. Inoltre, proprio nella parte finale della scorsa stagione, è arrivata anche l’ufficializzazione dei nuovi sponsor di maglia (che hanno portato oltre 4 milioni di euro in ricavi), cosa che ha più che compensato le spese legate all’uscita dell’ex direttore sportivo Cristiano Giuntoli (più o meno 3 milioni).

Da Comolli a Chiellini, le novità nell’organigramma

Come si diceva, però, il CdA di venerdì non verterà soltanto sulla chiusura dell’esercizio economico al 30 giugno 2025, visto che l’assise dovrebbe essere anche il primo atto nella costruzione ufficiale di una nuova era della società, soprattutto dal punto di vista delle nuove nomine ed eventuali uscite dall’organigramma.

Questo perché il nuovo plenipotenziario bianconero, il dirigente transalpino Damien Comolli, è sbarcato a Torino non più tardi del primo giugno scorso in un momento molto ingolfato nell’agenda del club visto che la Juventus si apprestava a disputare di lì a poco il Mondiale per Club e poi c’era l’incombente finestra di mercato estivo.

Nei fatti Comolli non ha avuto altro tempo che fiondarsi pancia a terra a pianificare il mercato che sarebbe iniziato il primo luglio e non a caso nella finestra di giugno il club non ha fatto molto se non il riscatto di Pierre Kalulu dal Milan che è costato 14,3 milioni.

Adesso invece che la stagione è iniziata e dal punto di vista dirigenziale c’è più calma, si può iniziare a pianificare la nuova società. Anche sulla base di quello che è stato il primo passo operativo di Comolli a Torino: cioè la campagna trasferimenti estiva appena conclusa.

In questo quadro non si può non notare che il primo calciomercato targato Comolli ha portato a un effetto positivo sul bilancio appena iniziato visto che la campagna trasferimenti si è chiusa con un impatto positivo di 35,4 milioni sul bilancio 2025/26.

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Inoltre il monte ingaggi è cresciuto per i bianconeri, che dovrebbero pagare circa 122,9 milioni di euro per gli stipendi lordi della rosa, con un incremento di circa 13,7 milioni di euro (+12,5%), mentre il costo della rosa è rimasto sostanzialmente stabile rispetto alla stagione 2024/25, passando da 233,5 milioni circa a 235,2 milioni di euro.

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Il nodo Vlahovic e l’impatto sulle scelte estive

A livello tecnico, secondo molti osservatori Comolli ha consegnato nelle mani all’allenatore Igor Tudor una rosa di grande valore soprattutto nel reparto avanzato. Qui la Juventus può contare, tra gli altri, su Kenan Yildiz, Francisco Conceicao, Jonathan David, Lois Openda e Dusan Vlahovic. Un parco attaccanti con pochi eguali in Serie A. E se la difesa potrà giovarsi del rientro di un elemento di sicuro valore quale Bremer, invece, stando a vari opinionisti, sarebbe un po’ meno di livello il centrocampo, soprattutto se Koopmeiners dovesse mantenere gli standard dello scorso anno e non tornare a quelli dell’Atalanta.

Al di là di questo però proprio la questione Vlahovic ha dato i primi segnali della gestione Comolli. Come è noto, il giocatore serbo è in scadenza di contratto al prossimo 30 giugno e ha un peso notevole per il bilancio bianconero visto che quest’anno, in virtù del contratto a salire stipulato ai tempi della gestione Agnelli-Arrivabene, costerà da solo qualcosa come quasi 42 milioni così suddivisi: oltre 19,5 milioni di quota ammortamento e più di 22 milioni di euro di stipendio lordo.

In questo quadro la Juventus ha messo in chiaro da inizio mercato che il calciatore era in vendita, però la scelta è stata quella di cessione sì ma non a tutti i costi.

Nello specifico se c’erano pochi dubbi che la Juventus avrebbe visto con piacere la cessione del giocatore all’estero diverso è stato il discorso per le avversarie italiane. Per esempio, non è un mistero che Massimiliano Allegri avesse indicato in Vlahovic il centravanti ideale per il suo nuovo Milan, però posto che le negoziazioni sull’asse Milano-Torino non sono mai andate sino in fondo (anche perché il Milan non era disposto a spendere cifre enormi per il serbo), va anche notato come sulle decisioni del dirigente transalpino abbiano influito motivazioni di natura per così dire “tattica”. Il dirigente francese trovandosi a dovere gestire una patata bollente ereditata dall’ex AD Maurizio Arrivabene, non ha certo sottovalutato quanto una cessione di Vlahovic a una diretta concorrente avrebbe potuto pesare sul futuro. Cosa sarebbe potuto succedere se, per ipotesi, il serbo fosse decisivo a favore del Milan in un’eventuale corsa scudetto o Champions proprio con la Juventus?

Non vendendolo Comolli ha sicuramente caricato la Juventus di un costo notevole per una pedina che non è mai parsa essere centrale nei piani dell’allenatore Igor Tudor (anche se ha iniziato la stagione molto bene). Senza dimenticare poi il pericolo che Vlahovic possa andare via a zero una volta scaduto il suo contratto nel giugno del 2026. Però, avendolo tenuto nella rosa, è anche vero che Comolli può sempre dire che l’errore è stato di Arrivabene e lui si è trovato a ereditare un problema non creato da lui. Al contrario se lo avesse venduto al Milan e il serbo avesse fatto davvero bene in rossonero l’errore sarebbe stato suo.

Diverso invece è il discorso per quanto avvenuto quando è stato il Napoli, dopo l’infortunio di Lukaku, a bussare alla porta bianconera per il centravanti serbo. Secondo quanto trapela da ambienti finanziari vicini alla dinastia Agnelli, Comolli avrebbe preferito nemmeno rispondere alle proposte partenopee. La motivazione? Non avrebbe gradito per niente le clausole anti-Juventus stipulate dal Napoli nel contratto che ha portato Victor Osimhen a vestire la maglia del Galatasaray.

Il mercato 2025 e le strategie future in campo

In virtù di tutto questo è probabile che il CdA di venerdì 26 prepari la strada per importanti decisioni strategiche in vista dell’assemblea degli azionisti di inizio novembre e l’ascesa di Comolli potrebbe essere ufficializzata con tutti i crismi. In particolare il CdA potrebbe non solo cooptare il dirigente transalpino nel board in vista della vidimazione dell’assemblea di inizio novembre ma anche proporne la nomina ad amministratore delegato del club. Al momento è solo direttore generale.

Nel contempo potrebbe essere prevista l’uscita di scena dell’attuale AD Maurizio Scanavino attuale ceo della Juventus. In particolare il dirigente, dopo essere stato in contemporanea amministratore delegato sia del club bianconero che di GEDI dal gennaio 2023 all’ottobre 2024 (quando è stato nominato presidente di GEDI), ha prima lasciato nell’aprile 2025 la controllata di Exor attiva nel campo editoriale (è la società che tra le altre pubblica i quotidiani La Stampa e La Repubblica) e ora dovrebbe essere al passo d’addio anche alla Continassa. In questo non è escluso che il dirigente d’azienda cuneese potrebbe essere ricollocato in un’altra società della galassia Exor.

Nel rimpasto dovrebbe essere confermata anche l’ascesa a livello dirigenziale dell’ex capitano e ora Director of Football Strategy del club Giorgio Chiellini. Anche il difensore livornese potrebbe essere cooptato in CdA in vista della vidimazione in assemblea dei soci.

In questo quadro più avanti è possibile che si proceda verso l’individuazione di un DS in senso proprio che affianchi Comolli dal punto di vista tecnico (l’ipotesi Marco Ottolini dal Genoa al momento non sembra scaldare più di tanto). E anche di un profilo con una formazione più economica che possa entrare nella stanza dei bottoni sul lato aziendale per le incombenze da società quotata.

Da ultimo, ma non meno importante, c’è poi la questione dell’aumento di capitale. Lo scorso 28 marzo dopo la mancata qualificazione agli ottavi di Champions League e l’esonero di Thiago Motta, il CdA ha valutato l’opportunità di lanciare un nuovo aumento di capitale fino a un massimo di circa 110/120 milioni di euro (ovverosia il 10% della capitalizzazione di mercato del club). La decisione finale sulla possibilità di emissione era stata rinviata al termine della stagione sportiva 2024/25, considerando i potenziali effetti dalla qualificazione alla Champions League 2025/26, i risultati del Mondiale per Club e l’andamento del mercato estivo 2025. Nel frattempo, Exor ha già versato in due tranche complessivi 30 milioni, come sostanziale anticipo dell’eventuale aumento di capitale. La decisione così potrebbe essere presa nel CdA di venerdì prossimo e molte indicazioni provenienti da Torino segnalano che il rafforzamento patrimoniale potrebbe essere varato, quantomeno in parte.

Quel che è certo è che l’anno prossimo, all’inizio della stagione 2026/27 la Juventus, senza dovere fare nulla e soltanto per la scadenza dei contratti di Vlahovic (pesantissimo come visto sopra), McKennie e Kostic, si libererà di costi a bilancio per quasi 60 milioni. Uno spazio di manovra enorme per una società che ha entrate per circa 450 milioni l’anno e che quasi le consentirà di attutire del tutto una eventuale (e qui gli scongiuri sono legittimi per i tifosi bianconeri) mancata partecipazione alle coppe europee e le sue conseguenze economiche negative.

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