Calcionews24
·23 de novembro de 2025
Lazio, Lotito chiarisce: «Ritengo che lo stadio mezzo vuoto sia legato a un gruppo di persone. Io ci metto la faccia, alcuni invece…»

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Claudio Lotito, nel pre-partita di Lazio Lecce ai microfoni di Sky Sport, ha ribadito due concetti forti: l’impegno della società contro la violenza sulle donne e la condanna dello sciopero dei tifosi, che ha portato a un Olimpico semi-deserto.
PAROLE – «L’iniziativa contro la violenza sulle donne è stata prevalentemente della Lazio. Ringrazio per aver mandato in diretta il nostro spot, la Lazio combatte quotidianamente contro la violenza sulle donne. Volevo far capire che questa giornata è particolare per noi. Abbiamo lasciato 100 posti coperti di rosso per un’associazione. Ogni posto rappresenta la morte di una donna e rimarrà libero, ma coperto di rosso.».
«Oggi c’è anche il debutto dell’Aquilia Flaminia, e ritengo che lo stadio mezzo vuoto sia legato a un gruppo di persone, non tutti. Al sondaggio per il nome dell’Aquila hanno risposto in 50.000. I tifosi devono fare i tifosi, rispettosi delle regole e devono fare una critica costruttiva, giudicando e stabilendo qual è il percorso da raggiungere tutti insieme per il miglior risultato possibile. Questo sciopero è stato costruito con dei presupposti sbagliati, ovvero che abbiamo impedito alla nipote di Paparelli di scendere in campo. Questo non è vero, erano 3/4 rappresentanti della tifoseria che volevano scendere in campo. Noi abbiamo ritenuto che non fosse giusto e non l’abbiamo concesso».
«La famiglia Paparelli è stata altamente tutelata e rispettata, accolta in tribuna autorità. Questa è una strumentalizzazione per rivendicare un ruolo che non esiste nel rapporto tra società e tifosi. I tifosi devono fare i tifosi. Possono criticare se ritengono le cose non giuste. Io ci metto la faccia, alcuni si nascondono dietro la tifoseria organizzata. Se usano questi mezzi per poter costringere la gente a fare cose diverse dalla libertà, io questo lo condannerò sempre, e non accetto intimidazioni. ».
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