Marocchino: «Con Tudor i giocatori della Juventus non si sono trovati. Ora serve questo tipo di allenatore. Yildiz? Lo trovo un po’ naif» | OneFootball

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·28 de outubro de 2025

Marocchino: «Con Tudor i giocatori della Juventus non si sono trovati. Ora serve questo tipo di allenatore. Yildiz? Lo trovo un po’ naif»

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Marocchino: «Con Tudor i giocatori della Juventus non si sono trovati. Ora serve questo tipo di allenatore». Parla l’ex bianconero

Domenico Marocchino, che ha vestito la maglia della Juventus per quattro anni, ha offerto un’analisi profonda e controcorrente sull’esonero di Igor Tudor. Intervistato da Il Messaggero, l’ex giocatore ha difeso l’operato del tecnico croato, puntando il dito contro la composizione della squadra e la filosofia generale del club.

«Era nell’aria, ma ha fatto il massimo», ha esordito Marocchino. Secondo la sua visione, il problema non risiede nella guida tecnica ma nella struttura a disposizione: «L’assortimento della rosa è la componente più importante. Puoi avere ottimi giocatori, ma se tra di loro non si completano, la squadra non gira».


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Per questo, per il futuro, serve una figura di peso e non un’altra scommessa: «adesso il tecnico deve essere uno esperto, quindi Spalletti o Mancini». Marocchino ha individuato anche lacune strutturali nell’organigramma societario: «uno dei problemi è stato il poco coinvolgimento di figure come quella di Chiellini, che dovrebbe stare più accanto alla squadra».

L’analisi dell’ex bianconero si è poi spostata sulla filosofia del club, ritenuta troppo fredda: «Ci sono troppi numeri e poca umanità. I cicli finiscono, per riaprirli serve tempo e una visione chiara». Questo include errori di valutazione sul mercato, come le cessioni di Chiesa e Rabiot: «Se uno segna poco nel calcio moderno non è da big, ma non si valuta tutto il resto. E lo stesso errore è stato fatto con Allegri».

Marocchino ha riservato una battuta anche su Kenan Yildiz, definito ancora acerbo e troppo individualista: «Ancora è un po’ naif».

Infine, l’opinionista ha criticato aspramente la cultura dell’esonero, richiamando il precedente di Thiago Motta. Cambiare allenatore è vista come una soluzione facile che nasconde problemi più profondi: «Se uno staff capisce che qualcosa non va, può provare a correggere il tiro e curarsi da solo. Nel calcio la soluzione più facile è sempre quella di cambiare allenatore. Come pulire solo l’ingresso di casa, lasciando tutte le altre stanze in disordine».

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