Milan, Leão e la frecciatina a Fonseca: “Le tre panchine di fila? Una spiegazione si poteva dare” | OneFootball

Milan, Leão e la frecciatina a Fonseca: “Le tre panchine di fila? Una spiegazione si poteva dare” | OneFootball

In partnership with

Yahoo sports
Icon: DirettaCalcioMercato

DirettaCalcioMercato

·10 de janeiro de 2025

Milan, Leão e la frecciatina a Fonseca: “Le tre panchine di fila? Una spiegazione si poteva dare”

Imagem do artigo:Milan, Leão e la frecciatina a Fonseca: “Le tre panchine di fila? Una spiegazione si poteva dare”

Protagonista di una prima parte di stagione sottotono, Rafael Leão ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport.

Non eravamo più abituati a vedere Rafal Leão in panchina per tre partite di file. Eppure, con Fonseca allenatore, è successo. L’attaccante del Milan ha commentato così la scelta e il rapporto con il tecnico portoghese: “Sulla nostra relazione allenatore-giocatore non ho nulla da dire, anche se all’inizio un paio di situazioni – e non dico problemi, ma situazioni – abbiamo dovuto risolverle. Ha cercato di fare il suo lavoro, di applicare le sue idee e io credo che ci sia sempre da imparare. Ma non ha funzionato e se doveva rimanere o meno, non lo decido certo io. Posso però dire che tutti hanno provato a dare il massimo e che a Fonseca auguro il meglio. Arrabbiato o caricato per le tre panchine di fila? Un po’ e un po’. Credo che almeno una spiegazione per tre panchine di fila si possa dare, però a volte gli allenatori fanno così… Era la prima volta che mi succedeva al Milan e ho anche imparato. Se mi ricapiterà, e spero di no perché voglio stare sempre in campo, sarò più consapevole di cosa devo fare ovvero rimanere concentrato, non buttarmi giù o perdere la fiducia in me stesso, che è la cosa più importante per rendere al meglio nel nostro lavoro. In ogni caso il passato è passato e io guardo con fiducia al futuro”.


Vídeos OneFootball


Le parole di Leão sull’impatto di Conceição

L’ala d’attacco ha parlato anche dell’ottimo impatto avuto da Sérgio Conceição sulla panchina del Milan: Ha portato energia e una nuova mentalità. Così siamo arrivati a vincere la Supercoppa e farlo è stato importante per tutti. Per noi che siamo qui da tanto tempo e per i nuovi, che così hanno capito cosa significhi alzare un trofeo con il Milan. Io qui ho già conquistato uno Scudetto, che è la cosa più grande da vincere dopo la Champions, ma con le parole non sono mai riuscito a descrivere cosa avevo provato. Adesso certe sensazioni le hanno provate tutti e dobbiamo andare avanti su questa strada. Vincere un derby in quel modo è stato stupendo: ci ha ricordato che siamo sulla strada giusta per mettere in bacheca altri titoli importanti. Il mio obiettivo è essere al top e avvicinarmi ai più forti. Se l’allenatore è bravo può aiutarmi, il resto dipende da me. Io cerco di mettere le mie caratteristiche al servizio della squadra. Conceiçao non scherza sempre, ma sa come spingermi e mi aiuterà ad arrivare a un livello più alto. Puntiamo forte su di lui. Sono pronto per ascoltare e seguire le sue idee che sono buone, visto che è arrivato e dopo pochi giorni abbiamo vinto un trofeo. Adesso dobbiamo pensare partita dopo partita e conservare le energie positive provate in Arabia. Bisogna continuare così”.

L’ambizione per il Pallone d’Oro e i due anni senza trofei

Quasi tutti i calciatori sognano di vincere il Pallone d’Oro. Anche Leão, ma prima c’è un trofeo più importante: Sogno? Ovvio, ma per me la cosa più importante è vincere un grande trofeo con la squadra. Il Pallone d’Oro è una conseguenza dei risultati con il tuo club. Per questo la mia prima ambizione è conquistare la Champions. E per riuscirci so di dover fare la differenza in ogni incontro, di dover essere importante per il Milan”. Sui due anni senza trofei: “È stata dura, ma a volte il calcio è così. Con questa nuova direzione (intende dopo il cambio di proprietà, ndr.) l’ambizione è sempre stata quella di vincere, ma certi processi hanno bisogno di tempo. Finalmente abbiamo conquistato un trofeo importante come la Supercoppa e ora bisogna continuare a fare le cose nel modo giusto. Indossare questa maglia ogni partita è una responsabilità e un onore. Tutti stanno facendo un grande lavoro. Ora non aspetteremo altri due anni e mezzo? Sicuramente no. Qualcosa in noi è cambiato“.

La passione per il Milan e il rapporto con Ibrahimović

Uno dei giocatori maggiormente attaccati alla maglia rossonera è Leão: “Quando sono arrivato qua già tifavo un po’ per il Milan, la squadra dove sono passati tanti giocatori importanti che ammiravo da bambino. Ho subito capito la passione dei tifosi e cosa voleva dire portare questa maglia, che ha un peso speciale. Ho pensato che volevo star qui per anni e vincere trofei. Adesso devo solo ringraziare chi mi ha portato al Milan, chi tutti i giorni mi ha aiutato a migliorare e a crescere come giocatore e come persona. Sto bene al Milan per il presente e per il futuro? Sì, speriamo. Ibrahimović è stata una figura fondamentale nel percorso di crescita dell’ex Lille a Milanello: Zlatan è una persona troppo importante, mi mette in testa che devo alzare il livello in ogni occasione per cercare di vincere sempre. Lui ha una carriera ricca di successi e non posso paragonarmi a lui: è un esempio. Per me e per gli altri. Sa cosa serve per vincere e cerca di trasmetterlo a ognuno di noi”.

Leão è discontinuo? Ecco cosa ne pensa il portoghese

La discontinuità è la critica principale che riceve più spesso Leão. “Non sempre puoi giocare al massimo: ci sono anche partite ‘normali’ o in cui riesci a fare poco. Negli ultimi anni ho capito che il calcio è cambiato: contano tanto le statistiche e si guarda ai numeri di gol e assist, più che le prestazioni. Io sto cercando di diventare più cattivo davanti alla porta per aggiungere una qualità in più ed essere al livello dei top”. Sull’infortunio appena rimediato: “Sinceramente pensavo di poter giocare la finale, mentre sapevo che scendere in campo contro la Juve sarebbe stato un bel rischio. Mentalmente lo staff medico, il mister e i suoi collaboratori mi hanno messo nelle condizioni ideali per svolgere un bel lavoro. Mi hanno trasmesso energia e la mentalità giusta dicendomi che non saremmo tornati prima di lunedì (giorno della finale, ndr.). Sono stati bravi e ringrazio i dottori e i fisioterapisti per quello che hanno fatto. Anche per questo dico che è stata una vittoria di tutti”.

Tra Serie A e Champions League: gli obiettivi del Milan

Il Milan deve compiere una grande scalata in campionato per tornare ai vertici: “Quando siamo tornati il mister ci ha parlato e ci ha detto di tenere i piedi per terra. Pensiamo partita dopo partita, ma io personalmente ho sentito una scossa nuova. Conceiçao ha già dimostrato di saper fare grandi cose: in carriera ha conquistato tanti trofei e lo ha già fatto anche con noi. Ha portato la sua esperienza e ora vogliamo continuare a vincere come si deve fare qui al Milan. Ci siamo rimessi a lavorare a testa bassa perché c’è da lottare per arrivare tra le prime quattro. Sul percorso in Champions League:  “In Europa abbiamo l’ambizione di andare il più avanti possibile, ma servirà sempre il vero Milan. La Champions è la coppa più bella che c’è nel calcio e per noi da ora in poi saranno tutte finali. Sì, possiamo sognare di vincere anche qualcosa di importante. Niente è impossibile“.

Saiba mais sobre o veículo