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·05 de fevereiro de 2025

Milan Roma: tre cose che non hai notato nel match di Coppa Italia

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Tre curiosità sulla sfida Milan Roma, partita valida per i Quarti di Finale della Coppa Italia Frecciarossa 2024/2025. Tutti i dettagli

É stato un quarto di finale di Coppa Italia avvincente, con 4 gol non divisi in parti eguali (3 per il Milan e 1 per la Roma), alcuni esordi importanti (su tutti il goleador che ha chiuso la sfida, Joao Felix) e tante occasioni. Ecco alcuni episodi meno evidenti ma indicativi della sera di San Siro.

  1. Il bisogno della trance. Sarà perché pensavano che ad un certo punto fosse fuori dal progetto, come ormai si suole dire. O forse è la scia lunga dell’ultimo periodo, nel quale è rinato. Oppure ancora perché molto semplicemente è fatto così’, Pavlovic sembra vivere nella trance agonistica. Anzi, di più: ne ha un bisogno necessario. Lo si capisce a 10 minuti dall’intervallo quando va a vincere un contrasto come un gladiatore, prova ad uscire dalla difesa, pasticcia un po’ in conduzione palla pur riuscendo ad allungarla per un compagno, torna indietro e, siccome i compagni se la sono fatta rubare, si piazza al centro dell’area pronto a una nuova missione, che non tarda minimamente ad arrivare con un cross calamitato sulla sua testa. Di sicuro, a prima vista, uno così Sergio Conceiçao non proverà mai ad aggredirlo a partita finita.
  2. L’entusiasmo e la memoria. Una doppietta ti cambia l’umore, evidente. Ma Abraham è andato oltre ai due gol per la più perfetta applicazione della nota legge dell’ex. Lo si è visto andare a recuperare all’indietro, approfittando anche della sonnolenza di Paredes. E, all’inizio della ripresa, dettare un triangolo in profondità a Pulisic con la voglia di chi sentiva di spaccare il mondo. Il messaggio è chiaro: prima di relegarmi a riserva di Gimenez, fateci un pensiero e anche due, quante le reti di stasera, sapientemente divise tra testa e piede. Messaggio anche ai tifosi giallorossi intenti a fischiarlo: Tammy ha fatto il segno della coppa che ha alzato. Ovvero la Conference League, vinta nella Capitale anche grazie ai suoi 9 centri. Ah, la memoria…
  3. Troppo. Uno magari l’esordio lo sogna proprio come Joao Felix, in gol con scavetto da raffinato talento. Oppure come Gimenez, che può anche “accontentarsi” di averlo ispirato con l’assist. Ma vedendo la prodezza del nuovo compagno, il messicano deve avere pensato che doveva fare di più, se non proprio come lui. Così lo si è visto tentare il tunnel su Pisilli, senza riuscirci. Sarebbe stato troppo e forse sarebbe stato anche prematuro.
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