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·06 de junho de 2025
Modric Milan, ricomincia la dinastia rossonera dei Palloni d’Oro? Ecco tutti quelli che l’hanno vinto, nomi da urlo

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·06 de junho de 2025
Le voci che accostano il nome di Luka Modrić al calciomercato Milan non sono solo un’affascinante suggestione di mercato, ma riaccendono i riflettori su una delle tradizioni più gloriose del club rossonero: il suo legame indissolubile con il Pallone d’Oro. L’eventuale arrivo del croato, vincitore nel 2018, iscriverebbe il suo nome in una speciale categoria di campioni giunti a Milanello già consacrati. Ma la storia del Diavolo è fatta soprattutto di un’altra via, quella dei fuoriclasse che il trofeo lo hanno conquistato vestendo la maglia rossonera, spesso dopo un percorso di crescita e trionfi costruito proprio in Italia.
Campioni si arriva: quando il Pallone d’Oro era già in valigia
Se Modrić dovesse firmare per il Milan, seguirebbe le orme di altri due giganti del calcio mondiale arrivati a Milano con il prestigioso premio di France Football già in bacheca. Il primo fu Rivaldo, Pallone d’Oro 1999 con il Barcellona, approdato al Milan nell’estate del 2002. Il suo fu un passaggio agrodolce, segnato da lampi di classe purissima ma anche da un’integrazione mai completata nel sistema tattico di Ancelotti. Vinse la Champions League, ma non da protagonista assoluto come il suo status avrebbe suggerito. Anni dopo, nel 2008, fu il turno di Ronaldinho. Pallone d’Oro 2005, anche lui dopo aver incantato il mondo con la maglia del Barcellona. A Milano portò sorrisi, giocate iconiche e un entusiasmo travolgente, ma il suo apice era palesemente alle spalle. Questi episodi dimostrano come accogliere un vincitore sia un prestigio, ma non sempre una garanzia di successo travolgente.
Fabbrica di Re: i Palloni d’Oro costruiti al Milan
È l’altra via, quella della “costruzione” del campione, ad aver scritto le pagine più epiche della storia rossonera. Il club ha avuto ben sei calciatori capaci di vincere il trofeo mentre militavano tra le sue fila.
Il primo fu Gianni Rivera nel 1969. Il “Golden Boy” arrivò al Milan giovanissimo nel 1960 e dovette attendere ben nove anni per la consacrazione. Il suo trionfo fu il coronamento di una carriera straordinaria e il suggello alla vittoria della Coppa dei Campioni contro l’Ajax di Cruyff, battuto proprio nella corsa al premio.
L’era Berlusconi aprì un ciclo irripetibile. Ruud Gullit vinse il suo Pallone d’Oro nel 1987, pochi mesi dopo il suo trasferimento dal PSV. Fu un impatto devastante: il premio riconobbe la sua stagione eccezionale in Olanda ma fu pesantemente influenzato dal suo immediato dominio nel campionato italiano. L’anno seguente, nel 1988, toccò al suo connazionale Marco van Basten. Arrivato insieme a Gullit, il “Cigno di Utrecht” impiegò un anno per prendersi il trono, vincendo il suo primo Pallone d’Oro dopo un Europeo da protagonista assoluto con l’Olanda. Si ripeté poi nel 1989 e nel 1992, diventando un simbolo del Milan degli Invincibili.
Nel 1995, un altro acquisto estivo si rivelò subito da Pallone d’Oro. George Weah, arrivato dal Paris Saint-Germain, vinse il premio a dicembre, diventando il primo (e finora unico) calciatore africano a riuscirci. Come per Gullit, il trofeo fu il risultato delle sue gesta a Parigi e di un inizio folgorante con la maglia del Milan.
Il nuovo millennio vide altri due re. Andriy Shevchenko fu un esempio di crescita. Acquistato nel 1999, l’ucraino dovette aspettare cinque anni per il suo Pallone d’Oro nel 2004. Un premio costruito passo dopo passo, con la Champions League del 2003 come trampolino di lancio e lo Scudetto da capocannoniere del 2004 come sigillo definitivo.
L’ultimo della lista, l’ultimo prima dell’era Messi-Ronaldo, fu Kaká nel 2007. Arrivato nel 2003 come un talento semi-sconosciuto, il brasiliano impiegò quattro anni per raggiungere la vetta. Il suo fu un trionfo quasi plebiscitario, figlio di una Champions League che lo vide trascinatore assoluto e incontrastato della squadra.La storia parla chiaro: il Milan sa accogliere i Re, ma la sua vera vocazione è sempre stata quella di incoronarli.