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·14 de junho de 2025

Monterrey, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore

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Monterrey, guida completa alla squadra: storia, giocatore chiave, giovane talento e allenatore. Alla scoperta delle protagoniste del Mondiale per Club

Il Monterrey è inserito nel girone E del Mondiale per Club insieme a InterUrawa Reds e River Plate.

Monterrey: la storia dei Rayados

Il Monterrey nasce il 28 giugno 1945. Dopo un esordio difficile, segnato da una tragedia (un incendio sul pullmandella squadra) e da un ritiro temporaneo, il club rinasce nel 1952 in Seconda Divisione. Da qui nasce il soprannome “Rayados”. Nel 1960 torna stabilmente in Prima Divisione, vincendo il primo Clásico Regio contro i Tigres e consolidando la propria identità.


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Negli anni ’60, con il tecnico uruguaiano Roberto Scarone, vive la sua prima grande era, guadagnandosi il soprannome “La Pandilla”. Gli anni ’70 sono decisivi: grazie alla presidenza di Alberto Santos de Hoyos, il club riesce nell’impresa di fare del calcio lo sport più amato in una città storicamente dominata dal baseball. Il primo campionato arriva nel 1986.

Gli anni ’90 sono un’altalena di emozioni, tra trionfi (la prima Coppa nazionale e il primo titolo internazionale) e crisi. La vera rinascita avviene negli anni 2000, con l’arrivo del gruppo FEMSA al comando. Sotto la guida di tecnici come Passarella e Vucetich, il Monterrey domina in Messico e a livello continentale, vincendo tre Champions CONCACAF consecutive (2011-2013). L’inaugurazione del moderno Estadio BBVA nel 2015 simboleggia l’inizio di una nuova era da superpotenza del calcio nordamericano.

Il giocatore che ci farà innamorare: Sergio Canales

In una squadra piena di nomi altisonanti e di guerrieri come Sergio Ramos, la luce che illumina il gioco dei Rayados è quella di Sergio Canales. Mancino purissimo, è il classico fantasista spagnolo che tratta il pallone con eleganza e intelligenza superiore. Non è un giocatore di velocità, ma di pensiero. È la sua visione di gioco periferica a fare la differenza, la sua capacità di trovare corridoi per i compagni che gli altri non vedono. Cresciuto come un predestinato nel Real Madrid e diventato una bandiera di club come Real Sociedad e Betis, ha scelto il Messico per esportare la sua classe. È il leader tecnico indiscusso della squadra: i suoi 18 gol e 12 assist stagionali non sono solo numeri, ma la prova di un giocatore totale, capace sia di rifinire che di finalizzare. È da un suo assist o da una sua invenzione che nasceranno le speranze del Monterrey.

Il giovane più interessante: Fidel Ambriz

Sebbene sia un acquisto recente dal Club León, Fidel Ambriz, classe 2003, è considerato uno dei centrocampisti più completi e promettenti del calcio messicano. Ha già accumulato esperienza significativa, vincendo la Concacaf Champions League con il León nel 2023, dove è stato premiato come “Miglior Giovane Giocatore” della competizione. Ha anche esordito con la nazionale maggiore messicana, e le sue qualità includono visione di gioco, capacità di recupero palla e un ottimo tiro dalla distanza.

L’allenatore: Domènec Torrent

Sulla panchina dei Rayados siede un uomo la cui carriera è indissolubilmente legata al nome più influente del calcio moderno: Pep Guardiola. Domènec Torrent è stato per un decennio il braccio destro e l’analista tattico di Guardiola, seguendolo nelle avventure vincenti di Barcellona, Bayern Monaco e Manchester City. Dopo aver intrapreso la carriera da primo allenatore (con esperienze al New York City, al Flamengo e al Galatasaray), è arrivato a Monterrey con una missione chiara: portare un’identità di gioco basata sul possesso palla e sul calcio posizionale. Il suo è un vangelo calcistico esigente e complesso, che rappresenta una sfida affascinante per un gruppo di veterani come Ramos e Canales. La sua nomina, arrivata a fine maggio, rende il Monterrey una delle più grandi incognite tattiche del torneo: se riuscirà a trasmettere i suoi principi in così poco tempo, i Rayados potrebbero giocare un calcio spettacolare e sorprendere tutti.

Il punto più alto della loro storia: la doppia impresa del 2019

Il punto più alto della storia del Monterrey è arrivato nel 2019. In quell’anno i Rayados non solo conquistarono la CONCACAF Champions League battendo i rivali del Tigres in una storica finale, ma brillarono anche al Mondiale per Club. In Qatar, sfiorarono l’impresa contro il Liverpool di Klopp, allora campione d’Europa, giocando alla pari e cedendo solo nei minuti di recupero. Chiusero poi al terzo posto, battendo l’Al-Hilal ai rigori. Quella stagione consacrò il Monterrey come una delle potenze del continente.

Dove può arrivare

Inter e River Plate si giocano il primo posto, ma il Monterrey, che aprirà il girone contro i nerazzurri, non parte battuto. Con una rosa così ricca di esperienza e un allenatore come Aguirre, può sfruttare ogni minima occasione. Gli ottavi sono difficili da raggiungere, ma non impossibili.

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