Calcionews24
·10 de maio de 2025
Napoli, Conte: «Dobbiamo finire il lavoro, sentiamo la pressione dell’Inter. Futuro? I tifosi mi chiedono questo»

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·10 de maio de 2025
Antonio Conte ha parlato in conferenza stampa in vista di Napoli-Genoa.
SCUDETTO SEMPRE PIU’ VICINO – «Dobbiamo continuare, dobbiamo cercare di finire il lavoro. Mancano tre partite, il lavoro fa finito, in base anche a cosa è stato detto a giugno. Amma faticà, non è finito, quindi continuiamo a lavorare in maniera seria come fatto finora. Sono stato più a casa questa settimana, per vari motivi. Ho avuto modo però di frequentare la città, devo dire che sto trovando grande responsabilità dai tifosi. Il tifoso sogna, come noi, qualcosa di importante, ma sto trovando grande maturità, almeno personalmente. Trovo persone che dicono la cosa più bella, ‘grazie’, quindi il lavoro che stiamo facendo è apprezzato ed è la soddisfazione massima».
PRESSIONE INTER – «Ci sarà a prescindere, dovremo esser bravi a indirizzarla nella maniera positiva, a star concentrati ad avere voglia, desiderio e motivazione. Penso che le prossime due partite giocheremo in contemporanea e sarà molto meglio, anche se sappiamo che non cambierà comunque niente a prescindere. Pensiamo al nostro ed esser concentrati, ma incontriamo una formazione che ha reso difficile la vita a tanti. Nell’ultima partita contro il Milan hanno fatto molto bene, verranno a Napoli per giocarsela e per fare bella figura come è giusto che sia. Noi siamo preparati a questo».
GENOA – «La ricordo benissimo, l’ho rivista. Anche su quella abbiamo fatto delle riflessioni su cosa poter fare meglio. E’ una gara, come le altre due, difficile perché comunque ci giochiamo la vita a livello sportivo e loro vorranno fare bella figura. Ci sarà un ambiente caldo, sold-out, ma non ho visto nessuno che depone le armi prima di giocare tanto meno contro il Napoli in questo momento. Ci sono stati secondi tempi in cui abbiamo sofferto di più, ma spesso è una percezione. Se rivedete la partita, è la paura che ci possano pareggiare. Ci sono state partite anche con secondi tempi importanti che hanno cambiato la storia della gara come con Juventus, Inter ed altre in cui abbiamo gestito bene fino all’ultimo come con Torino e Lecce. Abbiamo vinto 1-0, ma sono stati comunque annullati due gol, uno per millimetri. Fa parte anche di un percorso di crescita di un gruppo di ragazzi che si è trovato in testa per tantissime giornate. Non siamo partiti con i favori dei pronostici da tutti, siamo partiti per dare fastidio e non lo dimentichiamo mai. Quando soffriamo, ci diventa bella la sofferenza ricordando l’anno scorso dove si è sofferto veramente».
INFORTUNATI – «Lobotka è rientrato ieri in gruppo, abbiamo ancora domattina come rifinitura per prendere la migliore decisione possibile. Sicuramente è un giocatore importante nei nostri meccanismi e ha l’esperienza e la maturità giusta, non vorrei farne a meno. Neres ieri è tornato ad allenarsi parzialmente con noi, oggi si è allenato e penso che possa essere convocato e venire in panchina. Anche per assaggiare di nuovo l’atmosfera del Maradona, quindi già averlo visto con noi è molto importante. Si tratta di un giocatore che può far la differenza. Buongiorno è ancora fermo. Non ha ripreso a fare attività, dovremo aspettare questa settimana quando potrà iniziare a lavorare ed a incrementare il lavoro, mentre c’è più difficoltà nel recupero di Juan Jesus».
FUTURO – «In questo momento i tifosi non mi chiedono del futuro, la risposta può non interessare! I tifosi mi chiedono se vinciamo lo scudetto, io dico che ci proveremo sicuramente, come stiamo facendo. La mia risposta è che ci proveremo con tutte le mie forze, tutto il resto è noia. Come gestire il momento? La sento questa domanda da quando mancavano 10 finali, poi sono diventate 7, 5, ora 3. Bisogna giocare 3 finali, prendendole una per una e cercando attraverso il lavoro di vincere sul campo. Dobbiamo essere focalizzati solo su quello su cui ci alleniamo, per evidenziare i difetti degli avversari ed i nostri pregi. E’ una pressione, ma c’è uno stress positivo ed uno negativo. Tutto dipende dalla testa, parte dalla testa, poi quello che ci chiedono i tifosi, il cuore, che non può essere messo in dubbio e le gambe che vanno allenate. Ciò che muove tutto è la testa. Quello che mi piacerebbe, se dovessi aggiungere un altro vocabolo al mio libro, che si sta anche perdendo nella crescita dei giovani, è la resilienza. Essere pronti a sopportare la fatica, l’ostacolo, superarlo, andare oltre. Spesso è volentieri appena arriva la fatica o l’ostcolo si molla».
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