Pasquale Bruno dice no ai simulatori in Serie A e cita anche due giocatori rossoneri: ecco quali | OneFootball

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Milannews24

·26 de novembro de 2025

Pasquale Bruno dice no ai simulatori in Serie A e cita anche due giocatori rossoneri: ecco quali

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Pasquale Bruno parla così dei contatti in Serie A e dei “simulatori”. Tra i giocatori in questione cita anche due rossoneri

Pasquale Bruno, noto per essere stato un difensore roccioso, ha espresso al Quotidiano di Puglia una dura condanna contro quello che ritiene essere il “grande male” del calcio italiano: la simulazione. Secondo Bruno, è arrivato il momento di intervenire con fermezza per sanzionare questi comportamenti e mettere fine a un problema che sta rovinando lo sport. La sua posizione è chiara: “I simulatori vanno puniti”.

L’ex calciatore ha citato come esempio lampante l’episodio che ha coinvolto Isaksen nell’ultima giornata di campionato, definendo la scena “ridicola”. Bruno descrive come l’attaccante della Lazio, sfiorato sul petto, si sia volontariamente buttato a terra, portandosi le mani sul volto per trarre in inganno l’arbitro Arena. L’errore dell’arbitro, pur essendo in posizione ottimale, è giudicato da Bruno come il più grave della giornata.


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Pasquale Bruno e Simulatori: I Nomi Noti e Le Regole Che Uccidono il Tackle

Secondo Bruno, gli arbitri conoscono bene i nomi dei “simulatori” seriali, citando direttamente giocatori come Saelemakers, Ricci, Conceicao, Cuadrado e Lautaro, che “sono sempre a terra”. Questo clima, a suo avviso, ha eliminato dal calcio italiano un gesto tecnico fondamentale e apprezzato all’estero: il tackle pulito sul pallone. Per Bruno, l’eccessiva attenzione ai contatti e le interpretazioni arbitrali stanno rendendo il gioco noioso. Viene contestato, ad esempio, il rigore concesso all’Inter per il pestone di Pavlovic su Thuram, avvenuto dopo che l’attaccante aveva già calciato. Per Bruno, “questo non è più calcio”; i difensori sono costretti a giocare “senza braccia e senza piedi”. L’ex difensore conclude con un rammarico per i vecchi tempi, dove i duelli erano rusticani ma corretti, sottolineando che ora basta un minimo tocco perché il difensore “frani al suolo”, contribuendo a rendere il calcio italiano uno spettacolo poco avvincente.

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