Pisacane Cagliari, quando la Primavera è il trampolino dei mister: la vittoria con i giovani che ha lanciato le carriere di Grosso e Baroni. Ma il migliore non è più in Italia | OneFootball

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·12 de junho de 2025

Pisacane Cagliari, quando la Primavera è il trampolino dei mister: la vittoria con i giovani che ha lanciato le carriere di Grosso e Baroni. Ma il migliore non è più in Italia

Imagem do artigo:Pisacane Cagliari, quando la Primavera è il trampolino dei mister: la vittoria con i giovani che ha lanciato le carriere di Grosso e Baroni. Ma il migliore non è più in Italia

Il Cagliari ha promosso Pisacane dalla Primavera alla panchina della Prima Squadra, una tradizione ben radicata tra le squadre in Serie A

Promuovere in prima squadra l’allenatore che ha appena trionfato con la Primavera. La scelta del Cagliari di affidare la panchina a Fabio Pisacane, fresco vincitore della Coppa Italia di categoria, non è un azzardo, ma una scommessa affascinante e ben radicata nella storia del nostro calcio. Un percorso che premia il merito, la conoscenza dell’ambiente e la capacità di lavorare con i giovani, trasformando il successo del vivaio in un potenziale trampolino di lancio per il club. Affidare la guida ai “propri” uomini è una scelta di continuità e di DNA, un tentativo di costruire un’identità forte partendo dalle fondamenta.

La storia recente e passata offre esempi illustri di come questa transizione possa portare a risultati straordinari, ma anche di come il successo con i giovani non sia sempre un biglietto garantito per la gloria con i “grandi”.


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Simone Inzaghi, l’archetipo del successo

L’esempio più luminoso e a cui ogni presidente spera di ispirarsi è senza dubbio quello di Simone Inzaghi. Prima di diventare il re delle coppe con Lazio e Inter, Inzaghi ha costruito la sua mentalità vincente proprio alla guida della Primavera biancoceleste, con cui ha conquistato due Coppe Italia (2014, 2015) e una Supercoppa (2014). Quando la Lazio, nel 2016, si trovò a dover sostituire Stefano Pioli, la scelta di promuovere quel giovane tecnico non fu un ripiego, ma una decisione logica. Inzaghi conosceva a menadito l’ambiente di Formello, aveva un rapporto diretto con i giovani talenti pronti al grande salto e, soprattutto, aveva già dimostrato di saper vincere. La sua promozione si rivelò un successo strepitoso, portando in bacheca una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane e costruendo una squadra dal gioco spettacolare e riconoscibile. Il suo percorso è diventato il modello di riferimento per ogni club che decide di investire su un tecnico cresciuto in casa.

Il trampolino di lancio: da Grosso a Baroni

Non sempre il successo in Primavera si traduce con la panchina della prima squadra dello stesso club, ma spesso funge da potentissimo trampolino di lancio per la carriera. Ne sa qualcosa Fabio Grosso, che nel 2016 guidò la Juventus a vincere il prestigioso Torneo di Viareggio. Quella vittoria non gli valse la panchina di Allegri, ma lo proiettò immediatamente nel calcio professionistico, aprendogli le porte di piazze importanti come Bari, Verona e Frosinone, con cui ha poi conquistato una storica promozione in Serie A. Un altro campione del mondo, Filippo Inzaghi, vinse il Viareggio con il Milan nel 2014, un trionfo che fu il prologo della sua promozione in prima squadra. Allo stesso modo, Marco Baroni, prima di diventare un affermato tecnico di Serie A, si fece le ossa vincendo il Viareggio con la Juventus Primavera nel 2012. Questi casi dimostrano come vincere a livello giovanile sia una certificazione di qualità riconosciuta da tutto il sistema.

Alberto De Rossi, il re senza corona

Esiste però anche un controcanto, un monito che insegna come la gloria con i giovani non sia un pass automatico. Nessuno incarna questo paradosso meglio di Alberto De Rossi, per quasi vent’anni re del settore giovanile della Roma. Con la Primavera giallorossa ha vinto tutto e più volte: tre Scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe. Ha lanciato generazioni di talenti, da suo figlio Daniele a Florenzi e Pellegrini. Eppure, nonostante un palmarès da allenatore di prima fascia e una conoscenza enciclopedica dell’ambiente di Trigoria, non gli è mai stata affidata in pianta stabile la guida della prima squadra, se non per qualche breve interim. La sua storia dimostra come, a volte, i club preferiscano affidarsi a nomi esterni di maggior richiamo, relegando l’allenatore della Primavera al ruolo di specialista, un formidabile coltivatore di talenti a cui però viene precluso l’ultimo, decisivo passo.

La scommessa del Cagliari su Pisacane si inserisce in questo solco. L’auspicio dei tifosi sardi è che il loro nuovo tecnico possa ripercorrere le orme gloriose di Simone Inzaghi, trasformando la mentalità vincente costruita con i giovani nel nuovo DNA della prima squadra.

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