Polverosi duro: «Doveva essere la presentazione di Sarri ed è diventata il soliloquio di Lotito. Come Tavecchio con Conte…» | OneFootball

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·25 de julho de 2025

Polverosi duro: «Doveva essere la presentazione di Sarri ed è diventata il soliloquio di Lotito. Come Tavecchio con Conte…»

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Polverosi: «Doveva essere la presentazione di Sarri ed è diventata il soliloquio di Lotito. Come Tavecchio con Conte…». Le dichiarazioni

Le dichiarazioni di Maurizio Sarri, allenatore della Lazio noto per il suo calcio votato alla costruzione dal basso e alla disciplina tattica, hanno acceso un dibattito acceso nel mondo biancoceleste. Intervenuto in conferenza stampa, Sarri ha affrontato temi scottanti legati alla gestione societaria e all’ambizione del club, lasciando intendere un malcontento che va oltre i risultati sul campo.

A seguito di queste dichiarazioni, Alberto Polverosi, firma storica del giornalismo sportivo italiano, ha dedicato un fondo sul Corriere dello Sport alle parole dell’allenatore toscano e del presidente Claudio Lotito:


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PAROLE – «Doveva essere una conferenza muta ed è diventata una conferenza di enorme, inarrestabile loquacità. Doveva essere la presentazione di Sarri ed è diventata il soliloquio di Lotito. La storia delle domande scritte dei giornalisti, come aveva annunciato la Lazio prima che proprio Sarri, una volta informato, mostrasse il suo dissenso, è morta sul nascere e di sicuro per la Lazio è stato un bene»

LOTITO-SARRI«Lotito si è preso la scena, ma quando parlava Sarri era tutto molto più chiaro. Visione, motivazione, prospettiva: queste sono state le parole più ascoltate nelle due ore di conferenza stampa, insieme a umiltà, convinzione e determinazione. Non possiamo fare mercato, ma abbiamo preso Sarri, che è un valore aggiunto. È la sintesi del pensiero del presidente, che ha riempito la sala con una serie interminabile di complimenti per il nuovo/vecchio allenatore: è un fuoriclasse, è un maestro, è una grande persona. Quasi ad ogni risposta aggiungeva qualcosa su Sarri, sulla sua passione, sulla sua lazialità, sulla sua capacità tattica»

NAZIONALE«Lotito si è aggrappato all’allenatore, sapendo che il momento in casa Lazio è a dir poco delicato. Un suo caro amico, Carlo Tavecchio, quando era presidente della Federcalcio, fece una mossa analoga quando chiamò Antonio Conte, fresco di scudetto, sulla panchina della Nazionale dopo il fallimento del Mondiale in Brasile. Qualcuno disse che fu proprio Lotito a ispirare il presidente. C’era bisogno non di un ombrello, ma di un ombrellone»

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