💪🏻 Raspadori: “De Zerbi un padre calcistico. Conte e Simeone? Vi dico la mia” | OneFootball

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·25 de novembro de 2025

💪🏻 Raspadori: “De Zerbi un padre calcistico. Conte e Simeone? Vi dico la mia”

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Giacomo Raspadori, attaccante dell’Atletico Madrid con un recente passato tra Napoli e Sassuolo, ha parlato al Corriere dello Sport: “Felice anche se gioco poco? Sì. Ma sono ambizioso, molto: lavoro e vado per la mia strada.

L’Inter? Avversario importante che dopo il derby avrà una motivazione in più. Ma noi dobbiamo e vogliamo vincere, anche se sappiamo di avere davanti un gruppo che in Champions negli ultimi anni è stato protagonista fino alla fine. Siamo pronti.


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La Serie A? La Roma sta facendo un percorso incredibile, ma è difficile fare previsioni. Il Milan non avendo le coppe starà lì, come è successo a noi la scorsa stagione. E poi Napoli o Inter. Potevo essere con Gasperini? Lo scorso gennaio ci fu un interessamento perché a Napoli giocavo poco, ma niente di concreto. Il Marsiglia di De Zerbi ha insistito di più, in inverno e in estate, poi non se ne è fatto nulla. Ma lo considero un allenatore determinante per me, fin da quando ero un giocatore della Primavera del Sassuolo. Lo definirei un padre calcistico.

Conte e Simeone? Tosti. Esigenti. Con Conte si fa un po’ più di tattica e volume, qui facciamo più intensità e lavori specifici con la palla. Sono entrambi chiari e diretti. Parlano in faccia senza problemi: è fondamentale. Chi si infuria di più? Non lo so, è una grande lotta, vogliono trasmettere le cose quando ritengono giusto farlo. Tra un po’ di tempo ve lo dico chi è peggio.

Ho fatto bene a restare a Napoli fino a giugno? Sì. Ho deciso io dopo aver parlato con Conte che mi diceva che alla lunga sarei diventato importante e così è stato, anche se purtroppo ho dovuto sfruttare l’infortunio di qualche compagno. Rivincere lo scudetto è stato un traguardo incredibile.

Poi è arrivato l’Atletico? Mai avrei immaginato nella vita di indossare una maglia così importante.

Se è vero che ho tenuto casa a Napoli? No, falso. Ero in affitto. Ma è una città che porto nel cuore non solo per gli scudetti vinti o le persone incontrate. Lì abbiamo costruito la nostra famiglia, anche se adesso mia figlia dice già qualche parola in spagnolo. E a noi fa un po’ strano…”.

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