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·19 de setembro de 2024

Repubblica- Il retroscena sull’esonero di De Rossi: a pesare la gestione dei casi Zalewski e Dybala

Imagem do artigo:Repubblica- Il retroscena sull’esonero di De Rossi: a pesare la gestione dei casi Zalewski e Dybala

Ieri mattina Daniele De Rossi è stato sollevato dal suo incarico di allenatore della Roma. Una notizia che ha lasciato tutti increduli. Nel pomeriggio la società capitolina ha poi ufficializzato Juric come nuovo tecnico del club. Nell’edizione odierna de ‘La Repubblica’ vengono svelati tutti i motivi dietro all’esonero dell’ex Spal.

Repubblica- Il retroscena sull’esonero di De Rossi: a pesare la gestione dei casi Zalewski e Dybala

L’edizione odierna de ‘La Repubblica’ ha parlato dei motivi che hanno portato l’As Roma a esonerare De Rossi per virare poi su Juric. Questo quanto riferito dal giornale: “A pesare sarebbero state anche le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa da Francesco Totti. Agli occhi della manager greca, la frase “Daniele è un parafulmine” l’avrebbe ispirata proprio De Rossi: è questo che ha contestato all’allenatore, prima ancora dei risultati deludenti della sua Roma. A pesare anche la gestione dei casi Zalewski. Lina Souloukou, influentissima amministratrice delegata e figura di fiducia dei Friedkin, però non sta con le mani in mano. La proprietà riflette. Lei studia le alternative. Come se sapesse già che la situazione è destinata a precipitare in fretta. La cronaca le darà ragione”. Il quotidiano parla anche di un altro caso che avrebbe fatto scattare l’esonero del tecnico, svelando un clamoroso retroscena: “È lunedì sera quando Dan Friedkin e il figlio Ryan convocano Souloukou, il ds Florent Ghisolfi e per ultimo, in piena serata, Daniele De Rossi. È il secondo atto di quanto avvenuto poche settimane prima, quando l’allenatore aveva presentato le sue dimissioni dopo il caso Dybala e le continue frizioni con l’amministratrice delegata. La richiesta è di non far giocare il campione argentino per più di 14 partite, in modo da non far scattare il rinnovo automatico del contratto. Costerebbe 30 milioni lordi, un colpo ingestibile per le casse romaniste. Per De Rossi però quella richiesta è un’ingerenza nel suo lavoro e rimette il mandato. Ma il board americano respinge le dimissioni. Crisi rientrata, come vedremo solo per qualche settimana”.


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Francesco Landi

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