Calcionews24
·06 de junho de 2025
Ruud Krol, l’Olanda e l’aneddoto su Michels: «Mi mise terzino e poi libero. Era un uomo speciale. Cruijff come Messi. Ho gioito molto per lo scudetto del Napoli»

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·06 de junho de 2025
Difensore olandese e libero iconico, Ruud Krol è stato l’interprete per eccellenza del Calcio Totale. Ha guidato l’Ajax a tre Coppe dei Campioni e l’Olanda a due finali Mondiali, giocando poi in Italia nel Napoli alla riapertura delle frontiere all’inizio degli anni ’80. Oggi su La Gazzetta dello Sport c’è una sua intervista.
IL SUO AJAX – «Un movimento di idee che vennero considerate innovative. E forse lo sembrerebbero pure adesso. La risposta al catenaccio attraverso vari elementi che si fusero: il genio di Rinus Michels, la classe di Johan Cruijff, la presenza nell’Ajax di tanti ragazzi di Amsterdam che rappresentavano una generazione di campioni. Piccoli o grandi ditelo voi».MICHELS – «Un visionario che ha anticipato di decenni certe influenze. Noi si palleggiava dal basso già con l’Ajax e con l’Olanda, era sconsigliato perdersi in controlli orizzontali, se si andava sull’esterno bisognava procedere sempre in verticale, ma era preferibile farlo centralmente. L’orizzonte era la porta degli avversari, perciò se ripenso alla semifinale di quest’anno tra Barcellona e Inter credo di essermi divertito, anche se le organizzazioni difensive…».CRUIJFF – «La luce di quegli anni, che però poi si accese al Barcellona. Calciatore strepitoso, tra i più grandi di sempre, il Messi degli Anni 80, la stessa velocità doppia – uno scatto secco, poi subito un altro dopo il dribbling – e per me che ritengo “la pulce” il numero 1, vi sarà chiaro cosa significhi Cruijff».LO SPOSTAMENTO – «Viene Michels, alla vigilia di una partita, e mi dice: giochi a sinistra. Mister, ma io non l’ho mai fatto. E lui, sì però puoi farlo. Poi Rinus va al Barcellona, torna in Olanda e mi ridice: ora vai in mezzo. Mi servi lì. Era un uomo speciale».NAPOLI – «Amo la città, amo la gente che mi tratta come se ancora fossi un calciatore dell’80, quando arrivai dal Canada. Ci torno spesso, passeggiate lunghe e piene di un sentimento che non sparisce. Ho gioito per il quarto scudetto, lo hanno meritato, è stato sofferto ma sono stati premiati per averci creduto sino all’ultimo secondo».