Calcionews24
·19 de novembro de 2025
Sampdoria, Lombardo ricorda: «Momento più bello? Per chi ha vissuto tutte le stagioni, è aver portato 30mila persone a Wembley nel 1992»

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La Sampdoria, impegnata nella preparazione tattica per la prossima sfida con la Juve Stabia, ribadisce la propria attenzione verso il territorio e i giovani. In questo contesto, Attilio Lombardo – storico protagonista dello scudetto e oggi membro dello staff tecnico blucerchiato – ha partecipato come ospite speciale al salone “Orientamenti 2025“.
Il leggendario “Popeye”, figura di riferimento per l’ambiente doriano, ha condiviso la sua esperienza sportiva e personale durante l’evento genovese, rappresentando i colori della società in un’importante cornice educativa, mentre la squadra continua il lavoro sul campo in vista del campionato.
APPRODO SAMPDORIA – «L’unità. È stato bravissimo Paolo Mantovani negli anni a puntare prima sugli uomini. Le stelle c’erano, Mancini e Vialli, poi tutti quei giocatori che sono riusciti a instaurare un rapporto dove oltre al campo ci si ritrovava, facendo una cena normale o andando a ballare. L’intento era raggiungere l’obiettivo, noi avevamo la consapevolezza che se prima avessimo costruito una famiglia, il gruppo avrebbe raggiunto i traguardi. In quegli anni non dimentichiamoci delle squadre che c’erano e i giocatori che avevano. Ma posso dire che abbiamo anche un rimpianto, non aver vinto nel 1993-94. Quell’obiettivo lo vedevamo arrivare perché c’era uno spirito nello spogliatoio di una fame di raggiungere un qualcosa come gruppo».
MOMENTO SAMP – «Per chi ha vissuto tutte le stagioni, è aver portato 30mila persone a Wembley nel 1992. È la cosa che non dimenticherò mai (si commuove pensando a Vialli, ndr) perché manca una persona che ora non c’è più e diceva che fosse colpa sua perché aveva sbagliato diversi gol».
CALCIO ITALIANO – «Al giorno d’oggi, e non voglio incolpare nessuno perché sono cresciuto in un’epoca diversa, tanti lavorano per sé stessi e tanti lo fanno per la passione di vedere quel singolo giocatore fare un passo importante come anche andare in C o nei professionisti. Ma l’allenatore nel settore giovanile dovrebbe poter anche rischiare qualcosa. Basti pensare a chi ha lanciato il Camarda che ha esordito nel Milan a 16 anni, o a Pafundi che ora è con noi alla Samp. Il calcio di oggi non lascia più l’individualità di un giocatore».
CRISI SAMP – «Tutti crediamo in quello che facciamo. Se siamo 27 giocatori più tutto lo staff (tecnico, medico, comunicazione ecc) che crediamo che si può raggiungere l’obiettivo allora si può uscire da questa situazione. Non aspettiamo gennaio. Step by step: Juve Stabia, Spezia, ecc. Poi a gennaio ci penseremo».









































