San Siro, le paorle di Federico Jaselli Meazza (nipote di Giuseppe): «Buttarlo giù? Dispiace moltissimo a me e alla mia famiglia, è fantastico» | OneFootball

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·21 de novembro de 2025

San Siro, le paorle di Federico Jaselli Meazza (nipote di Giuseppe): «Buttarlo giù? Dispiace moltissimo a me e alla mia famiglia, è fantastico»

Imagem do artigo:San Siro, le paorle di Federico Jaselli Meazza (nipote di Giuseppe): «Buttarlo giù? Dispiace moltissimo a me e alla mia famiglia, è fantastico»

San Siro, Federico Jaselli Meazza, nipote dell’ex calciatore dell’Inter Giuseppe Meazza, a cui è stato intitolato lo stadio, ha parlato della situazione dell’impianto

Giuseppe Meazza è stato il fuoriclasse che ha dato il nome allo stadio di San Siro. Oggi Tuttosport intervista Federico Jaselli Meazza, suo nipote, con l’idea di commentare la nuova situazione creatasi per la Scala del calcio.

LA CESSIONE A INTER E MILAN«In teoria mi farebbe anche piacere: di per sé, era auspicabile da tempo. Se non fosse per il proposito di buttarlo giù per fare posto a un nuovo impianto: dispiace moltissimo a me e alla mia famiglia, per ciò che lo stadio ha rappresentato per oltre un secolo. C’è un legame affettivo forte, anche per molti milanesi».


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LEGAME AFFETTIVO PER IL NOME«Certo. Poi capisco le ragioni del business: era inevitabile che prima o poi si arrivasse a una soluzione del genere. Spero che in futuro Inter e Milan ne beneficino».

SAN SIRO«Beh, lo stadio è fantastico. Credo sia il più bello del mondo. Il problema è che effettivamente va rimodernato: evidentemente, Inter e Milan hanno fatto i conti e hanno capito che costruirne uno nuovo possa essere più conveniente. Ma lo stadio Meazza è stupendo, un gioiello».

ERA CONTRO LA DEMOLIZIONE«Sì, ma mi pare che ormai la decisione sia presa. Ora me lo voglio godere finché possibile: non potrò esserci per questo derby, lo vedrò a Madrid con l’Inter Club di cui sono rimasto presidente onorario dopo aver lasciato la carica di presidente».

LA TARGA DEDICATA AL NONNO«Certo. Va conservata: vedremo in quale maniera, come verrà salvaguardata e dove verrà spostata. Sono cose che ci toccano a livello familiare».

IL RICORDO DEL GIORNO DELLA TARGA«Vivido, anche 45 anni dopo. Era il 2 marzo 1980, fu un’emozione incredibile. C’erano i presidenti di Inter e Milan, Fraizzoli e Colombo, il sindaco di Milano Tognoli, l’avvocato Prisco. Poi si giocò il derby e l’Inter vinse 1-0 con gol di Oriali: fu una vittoria che ci diede lo scudetto, di fatto».

LA PROPOSTA BOERI DI MANTENERE IL NOME MEAZZA«Io la vedo molto difficile. Penso che porterà il nome di uno sponsor. Siamo tutti un po’ rassegnati a questo in famiglia, anche se saremmo felici di essere sorpresi».

PEPPINO HA GIOCATO IN ENTRAMBE LE SQUADRE«Molto di più l’Inter. Però ha giocato con grande professionalità anche nel Milan, e segnò un gol nel primo derby in rossonero. Lui era interista nell’anima, questo sì. Ma era una persona molto sportiva, e per esempio ha sempre tifato per le squadre italiane all’estero».

SULL’INTITOLAZIONE A UNO SPONSOR«Sicuramente. Ma il calcio è cambiato: ci sono questioni di forza maggiore, tante cose non saranno più come le conosciamo. Mi pare inevitabile, non colpevolizzo nessuno: anch’io, se lavorassi nei club e non avessi questo legame affettivo, probabilmente ragionerei allo stesso modo».

L’ULTIMA PARTITA AL MEAZZA«Un derby sarebbe l’ideale. Sarebbe molto romantico, penso sia fattibile. Ovviamente spererei nella vittoria dell’Inter».

DUE SQUADRE, UNO STADIO«Vado controcorrente: mi è sempre piaciuta. Ho nostalgia dei derby in cui lo stadio si divideva a metà, o quasi. Anche qui a Madrid viene vista come una curiosità italiana… credo dimostri la relazione forte tra due squadre della stessa città. Sono cugine, come si dice».

IL DERBY DI DOMENICA«Difficile. È la prima volta che non riesco a fare un pronostico, sono due squadre che stanno facendo bene. Penso a un 1-1. Anche se spero di no».

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