Sarri stupisce tutti e cambia il volto della sua Lazio, ma dietro la svolta c’è una frase precisa… | OneFootball

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Calcionews24

·02 de setembro de 2025

Sarri stupisce tutti e cambia il volto della sua Lazio, ma dietro la svolta c’è una frase precisa…

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Sarri stupisce tutti e cambia il volto della sua Lazio, ma dietro la svolta c’è una frase precisa… I segreti della nuova versione dei biancocelesti

Un’eresia tattica che diventa una virtù, una rivoluzione copernicana che trasforma il “Sarrismo” in “realismo”. Come analizzato oggi dal Corriere dello Sport, la nuova Lazio di Maurizio Sarri sta abbandonando i dogmi del palleggio ipnotico per abbracciare una filosofia più diretta, verticale e pragmatica. Non è un tradimento, ma un’evoluzione intelligente, l’adattamento di un maestro alle caratteristiche di una squadra che non ha i palleggiatori puri per il suo calcio, ma che possiede altre armi, come la profondità e il contropiede, che il tecnico sta imparando a sfruttare con una spietata efficacia.

La metamorfosi è nei numeri e nelle parole. Contro il Como, la Lazio ha effettuato 33 passaggi lunghi; contro il Verona, sono diventati 48. Una crescita esponenziale che fotografa un cambio di mentalità. Lo stesso Sarri lo ha ammesso senza giri di parole: «La mia esperienza alla Lazio non è mai stata di grande palleggio, quando parlo di come giocare non parlo del modulo ma di come si sviluppa il gioco. Io a Como già nel primo tempo avevo capito che potevamo far male agli avversari solo attaccando la profondità». Una presa di coscienza che si è trasformata in un ordine perentorio nell’intervallo di quella partita: «Giochiamo in profondità».


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Questa nuova Lazio, un «qualcosa che dev’essere e che non è già», si affida alla visione di un regista come Rovella, i cui lanci teleguidati sono diventati la nuova arma per innescare la velocità di Zaccagni e gli inserimenti di Guendouzi. È un calcio meno estetico, forse, ma più concreto, un “gioco senza tanti preliminari” che bada alla sostanza e alla vittoria. Sarri ha capito che non poteva imporre il suo credo a una rosa con altre caratteristiche e, con l’onestà intellettuale che lo contraddistingue, ha ribaltato il paradigma: «Se la squadra non ha le caratteristiche adatte a me vuol dire che ha sbagliato chi mi ha chiamato». Non potendo cambiare gli uomini, ha cambiato se stesso, trasformando un potenziale limite in una nuova, sorprendente forza.

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