Severgnini tra delusione Champions e addio a Inzaghi: «I tifosi sono come i bambini, non vanno delusi» | OneFootball

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·19 de julho de 2025

Severgnini tra delusione Champions e addio a Inzaghi: «I tifosi sono come i bambini, non vanno delusi»

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Severgnini, scrittore e tifoso nerazzurro, racconta la finale di Monaco e l’amarezza per l’addio di Inzaghi. E su Cordoba e le curve…

Beppe Severgnini, scrittore e grande tifoso dell’Inter, ha raccontato alla Gazzetta dello Sport la sua esperienza legata alla finale di Champions League persa dai nerazzurri contro il PSG, ma anche il suo punto di vista sull’addio di Simone Inzaghi e sulla situazione nelle curve italiane.

Sulla sconfitta di Monaco di Baviera, Severgnini non ha nascosto l’amarezza:«Ero allo stadio. Bastava guardare la gioia dei giocatori del PSG durante la preparazione e le facce di quelli dell’Inter per capire che sarebbe stata una giornata difficile. Certo, non immaginavo così difficile…».


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Il confronto con le finali passate è inevitabile:«Ero anche a Madrid nel 2010, l’anno del Triplete, e non avevo dubbi che avremmo vinto. Invece non ero presente a Istanbul contro il City».

Sull’addio di Inzaghi, Severgnini è critico:«È stato un anno istruttivo. Ma sono rimasto deluso da Inzaghi: se i tuoi giocatori capiscono che il loro generale ha già pronta un’altra bandiera, allora combattono in modo diverso. E ai tifosi non si mente: sono come i bambini, non dimenticano».

Tra i tanti ricordi legati ai nerazzurri, lo scrittore ha voluto rendere omaggio anche a un ex giocatore speciale:«Ivan Cordoba. In campo sembrava una belva, ma fuori è dolce, corretto e affidabile».

Infine, un passaggio forte sul tema delle curve e del tifo violento:«Quelli non sono tifosi. È un imbroglio dire che o accetti certi meccanismi o non puoi avere il tifo. Le coreografie si possono fare anche senza essere delinquenti. Noi tifosi non vediamo, le società non guardano, i governi rimandano».

E un elogio al responsabile della sicurezza dell’Inter:«Gianluca Cameruccio ha affrontato la criminalità nelle curve. Il presidente Marotta lo ha voluto, e lui non si è tirato indietro. Onore al merito».

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