Calcionews24
·17 de novembro de 2025
Suarez ricorda la sua carriera: «Spesso penso di essere un esempio di ribellione, resilienza, nel continuare a lottare, a combattere. Le critiche mi hanno sempre reso più forte»

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Luis Suárez, il cui contratto con l’Inter Miami scade alla fine dell’anno, sta vivendo un momento cruciale per decidere il suo futuro, mentre il suo caro amico Lionel Messi ha recentemente prolungato il proprio accordo con il club. In un’intervista, l’attaccante uruguaiano non ha fornito dettagli sui suoi piani, ma ha offerto uno spaccato profondo sulla sua mentalità e ciò che lo ha sempre spinto. «Spesso penso di essere un esempio di ribellione, resilienza, nel continuare a lottare, a combattere» ha dichiarato Suárez, riflettendo sulla sua carriera.
Per Suárez, le critiche non sono mai state un ostacolo, ma una fonte di forza. «Le critiche mi hanno sempre reso più forte. Non mi sono mai scoraggiato. Le critiche vendono, funziona così. Ci sono persone che vogliono vederti abbattuto. Ma ho sempre cercato di mostrare forza. Questo mi ha sempre mantenuto forte» ha affermato l’attaccante, sottolineando come la sua persona fuori dal campo sia completamente diversa da quella che mostra tra le linee. «Mia moglie e i miei figli a volte non credono che io stia urlando in campo. Ma quella combattività, quella ribellione, quegli aspetti fanno parte del mio gioco. Ho provato a cambiare, ma la mia natura in campo è più forte».
Riflettendo sul periodo migliore della sua carriera, Suárez ha confrontato le sue esperienze al Liverpool (2011-2014) e al Barcellona (2014-2020). «La stagione 2013/14 al Liverpool, in cui quasi tutto mi riusciva, è stata molto speciale. Ma il Suárez al Barcellona era molto diverso, anche per il mio ruolo in campo. Al Barcellona ho imparato a giocare con un solo tocco in spazi più piccoli. Al Liverpool avevo sempre quaranta metri davanti a me per potermi lanciare. Al Barcellona, grazie al passaggio, sono diventato un giocatore migliore. Dal 2014 al 2017 sono stati i miei anni migliori al Barcellona. Seguo ancora il club e abbiamo una casa a Barcellona. Il nostro piano è di tornarci. Barcellona la sentiamo come casa». Il suo futuro resta da scrivere, ma la sua mentalità da guerriero e il legame profondo con il calcio europeo, in particolare con il club catalano, suggeriscono che la sua storia calcistica è tutt’altro che conclusa.
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