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·23 de agosto de 2024

Totti, Kakà, Pelé: tutti quei rifiuti entrati nella storia

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La Gazzetta dello Sport (F. Zara)No. Due lettere, una scelta di vita, svariati miliardi di lire ieri e milioni di euro oggi lasciati sul tavolo. Di solito, zero rimpianti. Lo fanno per orgoglio o per calcolo, per amore o per vanità, perché non se la sentono. Arabia (mai) esaudita per Dybala, che rinuncia a 75 milioni. Ogni rifiuto ha i suoi validi motivi. Le ragioni di Francesco Totti portavano dritte al cuore. Era il 2006, rifiutò il Real Madrid, sarebbe diventato il calciatore più pagato del mondo. E fu mamma Fiorella ad opporsi al trasferimento del figlio al Milan quando Francesco aveva 12 anni: era troppo presto per andar via da casa da solo. Anche Javier Zanetti ha cancellato il volo per Madrid. Gigi Riva era un impasto di bellezza e virtù. Rifiutò almeno un paio di volte la Juve. Anche il ventenne Pietro Paolo Virdis seguì la traccia del suo idolo, nell’estate del 1977 rifiutò la Juventus. Ma il Cagliari aveva bisogno di soldi, quindi partì.

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