Calcionews24
·08 de abril de 2025
Totti: «Una volta ero tutto per la Roma, ma ora non è più così; De Rossi? Diventerà un grande allenatore»

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Francesco Totti, dopo le numerose polemiche per la sua presenza a Mosca per la partecipazione all’International Rb Award – partecipazione per la quale il Corriere della Sera ha rivelato che intascherà un cachet a 6 cifre – l’ex capitano della Roma ha parlato a Match TV, programma russo. Di seguito le sue parole.
LA SUA VITA DOPO IL RITIRO – «Per prima cosa sono stato dirigente della Roma due anni. Poi ho fatto altre cose, ma adesso vivo per il mio piacere personale e oggi sono felice di essere qui. Quando giocavo a calcio, la mia vita privata non esisteva. Ho sempre pensato che una volta terminata la mia carriera, tutto sarebbe diventato più tranquillo. Ma in realtà, per certi versi, la situazione è addirittura peggiorata. Prima ero tutto per la Roma, e con la Roma, adesso non è più così. La mia ultima partita contro il Genoa nel 2017 fu incredibile, ero contento che tutta la giornata fosse dedicata a me e allo stesso tempo preoccupato perché si trattava della fine di un ciclo della mia vita».
COSA PENSA DI DE ROSSI COME ALLENATORE – «Penso che diventerà un grandissimo allenatore. Gli è mancata forse solo un po’ di esperienza, ma obiettivamente come faceva a dire di no alla Roma? Ci ha giocato per venti lunghi anni. Ha doti straordinarie, conosce il calcio e può diventare un allenatore eccezionale».
IL RAPPORTO CON CAPELLO E STANKOVIC – «Può piacere o no, ma Capello è un vincente e questa è la cosa che conta. Dejan lo conosco bene, ci siamo affrontati tante volte. Posso dire che è una persona stupenda. Può essere perfetto per qualsiasi squadra».
SU CRISTIAN E IL CALCIO – «Gioca a calcio con piacere e si diverte, ma purtroppo deve portare il peso del nostro cognome. Anche se lui la prende con molta calma. Penso che ogni giovane abbia i suoi obiettivi e i suoi sogni. Molte persone vorrebbero diventare giocatori di Serie A e i giovani hanno bisogno di aiuto. Date loro una possibilità. Il problema per molti giovani calciatori sono i loro genitori. Mandano il figlio a giocare a calcio senza chiedergli la sua opinione. Il bambino lo sente e gioca con forza. Questo è sbagliato. Il calcio deve essere solo divertimento».