Tudor allo scoperto: «Alla Juve un pareggio è come una sconfitta ma se l’analisi è che si deve vincere sempre allora non è la strada giusta… La squadra mi piace, questa maglia pesa» | OneFootball

Tudor, allenatore della Juventus, ha parlato così del momento attraversato dai bianconeri nella conferenza stampa pre Real Madrid

Lucidità, autocritica e un richiamo alla realtà. Alla vigilia della trasferta di Champions League contro il Real Madrid, Igor Tudor si presenta in conferenza stampa con la consueta schiettezza, analizzando la crisi di risultati della Juventus (sei partite senza vittorie) senza cercare alibi, ma invitando all’onestà intellettuale.

AVVICINAMENTO ALLA PARTITA – «Le partite sono quelle che sono, perché abbiamo commentato questa pazzia di calendario. Sto vedendo tre partite di Champions con Borussia, Villarreal e Real, poi in campionato Inter, Atalanta e Milan. Io poi mi baso sulle partite della squadra e in alcune abbiamo fatto qualche grande partita. Poi di partita in partita arriva la fatica. Alla Juve un pari porta frustrazione. Noi contro l’Inter abbiamo fatto un grande prestazione, con l’Atalanta meglio noi e a Verona il rigore e l’espulsione e infine il Milan dove prendiamo un punto. Io sono contento, ma il tifoso no. Mi sono spiegato questa crisi della Juve, ma tutte ste partite una dopo l’altra rende tutto più difficile. I ragazzi potevano dare di più e anch’io potevo dare di più. Se pensiamo di cambiare modulo o spostare Yildiz per fare punti siamo sulla strada sbagliata. Noi siamo una buona squadra e dobbiamo avere onestà intellettuale e capacità di analisi e vedere cosa può fare e dare questa squadra. Bisogna analizzare con umiltà e lucidità. Uno 0-0 non sono due punti persi e ve lo dico io con grande autocritica nei miei confronti. Sono il più grande critico di me stesso. A me questa squadra piace e questi giocatori sono buoni, però questa maglia pesa. Io penso a come superare queste problematiche. Se l’analisi noi siamo la Juve e si deve vincere sempre, allora non è la strada giusta».

LA CONFERENZA STAMPA DI TUDOR ALLA VIGILIA DI REAL MADRID JUVE

“Alla Juve un pari è una sconfitta, ma serve lucidità”

Il tecnico croato non si nasconde dietro un dito. «Alla Juve un pari porta frustrazione. Un pareggio è una sconfitta ed è sempre stato così», ha ammesso, riconoscendo il peso delle aspettative. Tuttavia, ha subito invitato a un’analisi più profonda, che vada oltre il singolo risultato. Ha ricordato le buone prestazioni contro Inter e Atalanta, e gli episodi sfortunati di Verona, sottolineando come la squadra, pur con i suoi limiti, abbia spesso giocato bene.

Basta alibi, ma il calendario pesa

Tudor non cerca scuse, anzi. «I ragazzi potevano dare di più e anch’io potevo dare di più», ha dichiarato con grande autocritica. Ma ha anche evidenziato il contesto: un calendario “pazzo”, con un ciclo terribile di partite ravvicinate contro avversari di altissimo livello (Inter, Atalanta, Milan, Borussia, Villarreal, Real Madrid) che inevitabilmente porta fatica.

“Questa maglia pesa”: un richiamo all’umiltà

La sua ricetta per uscire dal momento difficile non passa da rivoluzioni tattiche («Se pensiamo di cambiare modulo o spostare Yildiz per fare punti siamo sulla strada sbagliata»), ma dall’analisi lucida e umile. «Noi siamo una buona squadra e dobbiamo avere onestà intellettuale e capacità di analisi e vedere cosa può fare e dare questa squadra», ha spiegato.

L’allenatore classe 1978 ha ribadito la sua fiducia nel gruppo («A me questa squadra piace e questi giocatori sono buoni»), ma ha anche ricordato che «questa maglia pesa». L’imperativo categorico della vittoria a tutti i costi, secondo Tudor, non è la strada giusta per crescere. La Vecchia Signora si prepara alla notte del Bernabéu con un allenatore che non ha perso la bussola, pronto a guidare i suoi ragazzi con lucidità e realismo.

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