Juventusnews24
·11 de setembro de 2025
Tudor racconta l’arrivo alla Juventus da giocatore: «In quegli anni vinceva in Champions, era una cosa irreale. Vedere Zidane allenarsi…»

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·11 de setembro de 2025
Un tuffo nel passato, un racconto che sa di nostalgia e di un calcio che non c’è più. Igor Tudor, in una lunga intervista a DAZN, ha aperto l’album dei ricordi, svelando le sue sensazioni al suo arrivo alla Juventus da calciatore. Un’epoca dominata da campioni leggendari e da una mentalità basata sul sacrificio, valori che oggi, da allenatore, prova a trasmettere alla sua squadra.
Il tecnico croato ricorda con emozione il suo arrivo in un club che, in quegli anni, vinceva in Europa e sembrava «irreale». A impressionarlo più di tutti, un fuoriclasse assoluto. «Era una cosa molto particolare vedere Zidane allenarsi solo in un campo con gente che lo preparava. Sono cose che a me sono rimaste». Un’immagine che descrive la grandezza di un’icona e di una squadra leggendaria.
Ma a forgiare il carattere di quella Signora era soprattutto lo spirito di gruppo e la cultura del lavoro. Tudor svela un aneddoto che la dice lunga sulla mentalità di allora. «Portavamo sempre la porta noi e anche i palloni noi. Adesso sono in 30 a farlo. Tempi diversi. Adesso è molto più difficile».
Un racconto che non è solo nostalgia, ma un vero e proprio manifesto della sua filosofia. Le sue parole sono un messaggio chiaro alla Juve di oggi: per vincere, non basta il talento, ma servono umiltà, sacrificio e la voglia di mettersi a disposizione del gruppo.
La Vecchia Signora è guidata da un uomo che quei valori li ha vissuti sulla propria pelle, che ha imparato dai più grandi. Ed è proprio quello spirito, quello dei tempi in cui i campioni si portavano le porte in spalla, che Tudor vuole instillare nella sua squadra, per costruire una nuova Juve, vincente e affamata.