Tutino e la rinuncia ai mesi di stipendio: un gesto imbevuto di eleganza e signorilità. La ricostruzione | OneFootball

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·23 de novembro de 2025

Tutino e la rinuncia ai mesi di stipendio: un gesto imbevuto di eleganza e signorilità. La ricostruzione

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Sono settimane complicate per l’Avellino, finito in una spirale di negatività generata da risultati che non corrispondono alle aspettative e, a onor del vero, alle possibilità di una squadra forte, con giocatori di indiscutibile livello, espressione di una piazza che in questa prima parte di stagione ha certificato di meritare ampiamente la Serie B, categoria che per troppi anni non ha toccato l’Irpinia.

Una sola vittoria nelle ultime otto partite, ergo un bottino magro, da riempire con una rinnovata positività e una proposta da rendere nuovamente imbevuta di contenuti. Una grossa mano, a tal proposito, potrà certamente passare dal rientro a pieno regime di Gennaro Tutino.


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In campo per novanta minuti contro l’Empoli (non accadeva, come sottolineato dallo stesso attaccante in conferenza, da un anno, precisamente dallo scorso 14 dicembre, Sampdoria-Spezia 0-0), il classe ’96 sta rapidamente cercando di trovare la migliore condizione dopo i problemi fisici che ne hanno minato gli ultimi mesi. Esempio di professionalità, dote che amplifica il noto e indiscutibile talento, Tutino è tornato ad Avellino (dov’era già fugacemente passato qualche anno fa) da stella del mercato, status da riportare al più presto in campo.

L’elogio del calciatore stonerebbe per ripetitività, perché negli anni sono stati molteplici gli elogi tecnico-tattici rivolti a uno dei profili più altisonanti della categoria. A questi, ne va aggiunto uno emerso meno di due mesi fa e non troppo valorizzato dalla stampa nazionale: Tutino ha rinunciato ad alcuni mesi di stipendio durante lo stop forzato che ha dovuto attraversare. La notizia fu data dal presidente D’Agostino a settembre, ma ieri al ragazzo è stato chiesto di parlarne in conferenza stampa. La sua risposta è stata semplice, umana, accompagnata da un pizzico di elegante timidezza: “È un atto dovuto, una notizia che avrei voluto non uscisse. Per Avellino questo e altro“. No, Gennaro: non era un atto dovuto. Non in questo calcio che corre tanto, troppo, dimenticando l’importanza del valore umano. Chapeau. L’Avellino ha un leader su cui poggiare le proprie speranze.

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